Cefalunews, 18 dicembre 2013
Il 22 ottobre 1913 nasceva Robert Capa (pseudonimo di
Endre Ernő Friedmann), considerato il miglior fotoreporter di guerra del secolo
scorso, ci ha lasciato in eredità numerosissimi scatti, circa settantamila
foto.
Proprio quest’anno se ne celebra il centenario e sono
in molti nel mondo (ovviamente anche in Italia), gli estimatori che lo
commemorano con speciali retrospettive.
In realtà a Roma, presso Palazzo Braschi sono già
esposte dal giorno 3 ottobre 2013 le sue foto che immortalarono lo sbarco
anglo-americano in Sicilia nel luglio del 1943.
Il fotogiornalista magiaro, al seguito degli Alleati,
oltre a documentare le fasi dell’Operazione Husky, seguì, insieme alla sua
inseparabile fotocamera anche le altre azioni militari che si svolsero nella
penisola italiana, spingendosi sino ad Anzio. In questa località, il 22 gennaio
1944, avvenne il noto sbarco anglo-americano.
La mostra attualmente in corso nella Capitale, dal
titolo “Robert Capa in Italia 1943 – 1944”, rimarrà aperta sino al 6 gennaio
2014.
Fra i tanti scatti di Robert Capa, questa che abbiamo
scelto (tratta dal sito on line “UNA FOTO, UNA STORIA” 2013) è la più
conosciuta, soprattutto per noi siciliani.
La foto in questione è datata 1943 e ritrae un
contadino nell’agro ennese che indica a un soldato americano (quasi certamente
un ufficiale) la direzione di marcia intrapresa dalle truppe tedesche, nelle
fasi seguenti l’Operazione Husky.
Il reporter ungherese Endre Ernő Friedmann (1913-1954)
noto con il nome d’arte di Robert Capa, fu senza dubbio il miglior fotografo di
guerra del XX secolo.
Egli nei suoi reportage documentò ben quattro
conflitti: la guerra civile in Spagna, (1936-1939) la seconda guerra sino-giapponese
(1937-1945) il secondo conflitto mondiale (1939-1945) la guerra araba
israeliana (1948-1949) e infine la prima guerra d’Indocina (1946-1954).
I servizi fotografici di Capa furono pubblicati sulle
più importanti riviste del tempo: VU, Ce Soir, Zürcher Illustrierte Zeitung,
Picture Post, Illustrated London News e Life. Proprio in Sicilia, Robert Capa
seguì attraverso il suo obiettivo, le fasi dello sbarco anglo-americano ovvero
l’Operazione Husky, e sempre sul suolo italiano continuò i sui reportage di
guerra sino all’Operazione Shingle. Con Henri Cartier-Bresson, David Seymour,
George Rodger, nel 1947 fondò l’agenzia Magnum Photos.
Purtroppo, il 25 maggio 1954 in Vietnam, Robert Capa,
mentre era al seguito di un drappello francese, trovandosi involontariamente in
un campo disseminato di ordigni, urtò contro una mina e inesorabilmente saltò
in aria.
La tragica fine di questo temerario reporter, morto a
soli quarant’anni, ci fa ricordare un altro drammatico episodio avvenuto nel
1937, nella quale trovò la morte la sua compagna Gerda Taro. Gerda, anch’essa
fotoreporter, perì in un terribile incidente durante la Guerra di Spagna,
travolta da un carro armato delle forze repubblicane, mentre eseguiva un
servizio fotografico.
Di Robert Capa, ecco cosa disse un suo grande amico, lo
scrittore statunitense e Nobel per la letteratura, John Steinbeck:
“Capa sapeva che cosa cercare e che cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può fotografare la guerra perché la guerra è soprattutto un’emozione. Ma lui ha fotografato quell’emozione scattando accanto a lei. E’ stato capace di mostrare l’orrore di un intero popolo nel volto di un bambino. La sua macchina fotografica coglieva l’emozione e la tratteneva.
Le
sue foto non sono incidenti. L’emozione che contengono non arriva per caso.
Capa era in grado di fotografare il movimento, l’allegria e lo sconforto. Era
in grado di fotografare il pensiero. L’opera di Capa è in se stessa la
fotografia di un grande cuore e di un’empatia irresistibile”.
Foto:
Robert Capa, Sicilia, Agosto 1943 dal sito: “UNA FOTO, UNA STORIA” 2013.
Giuseppe Longo
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