sabato 8 giugno 2024

Prima Guerra Mondiale: dopo Caporetto, gli esuli anche a Termini Imerese

Cefalunews, 16 novembre 2014

La generosità del popolo termitano nei confronti dei 120 esuli pederobbesi, nel racconto del Generale di Brigata Mario Piraino. 

«Non se n’è mai parlato, ma è venuto il momento di ricordare con sereno orgoglio e far risorgere dall’oblio le nobili gesta dei nostri antenati. 

Poiché siamo in prossimità del Centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, taluni cultori della storia, tralasciando importanti elementi probanti di riscontro (facilmente reperibili sul web e/o presso gli archivi dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito) senza metodo, improvvisano ricerche e cominciano a parlare e a scrivere (anche nelle aule parlamentari siciliane), di una storia che nella Grande Guerra, avrebbe coinvolto in modo significativo, solamente la Sicilia orientale. 

In questi termini quindi va ricordato e celebrato giustamente anche la partecipazione dei nostri fratelli veneti, le cui famiglie in quel tempo furono ospitate a Termini. Il meraviglioso contributo dato dai nostri concittadini agli esuli della provincia di Treviso che, dopo l’ingloriosa ritirata di Caporetto furono amorevolmente accolti nelle nostre famiglie, ospitati nei nostri conventi, accuditi, vestiti, sfamati e curati con la valeriana, per alleviare i traumi della guerra. La disfatta di Caporetto costò all’esercito italiano: 11.600 morti, 30.000 feriti, 265.000 prigionieri, la perdita di 3.200 cannoni, 1.700 bombarde, 3.000 mitragliatrici e 300.000 fucili. 

I nostri nonni erano stati mandati a combattere al fronte, sulla linea del Piave. Ragazzi eroi come i fratelli Ignazio e Manfredi Lanza Branciforte di Trabia, si spesero e donarono le loro giovani vite alla Patria nel tentativo riuscito di arrestare il nemico, e mentre tutto ciò accadeva, la solidarietà delle famiglie termitane scriveva pagine memorabili per la nostra millenaria storia. 

Per quanto riguarda la nostra Termini, e quindi, per il momento, per ricordarsi di loro, basta leggere anche su internet, (all’indirizzo http://istrit.org/download/storiegrandeguerra2.pdf) il libro pubblicato nel 2009 dall’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano - Comitato di Treviso: “Storie della Grande Guerra, Soldati, spie, prigionieri, profughi e gente comune. Luoghi, fatti, immagini e memorie dell'immane conflitto”. 1ª edizione, volume secondo, a cura di Stefano Gambarotto. 

A quel tempo, secondo i dati pubblicati nello stesso libro, nella tabella n. 4 a pagina 61, si apprende che la Sicilia, dopo Lombardia e Veneto fu la terza regione, in termini di numero di ospitati a dare accoglienza; furono ospitate dal Distretto di Montebelluna 783 famiglie per un totale di 3.143 persone, e dal Distretto di Asolo 483 famiglie per un totale di 1.836 persone, complessivamente 1.266 famiglie per un totale di 4.979 anime. 

In questo bellissimo libro pieno di documentati ricordi e testimonianze a pagina 35 si legge, che: “Quelli di Pederobba (veneti della provincia di Treviso) finiscono in Sicilia e il parroco don Bruno Fraccaro che li accompagna si sfoga con Bertolini, scrivendo il 23 giugno da Termini Imerese: «Siamo giunti al termine del nostro pellegrinaggio, faticoso e doloroso! [...] Il bel telegramma spedito da S. E. Luzzatti al nostro Commissario Prefettizio, mentre esponeva l'impossibilità di collocarci nell'Umbria, prometteva pur speciali riguardi per il nostro gruppo, in vista delle raccomandazioni di V.E.. Avevamo chiesto ripetutamente di stare uniti tutti 2000; distribuiti sia pure in molti paesi, ma almeno nella stessa zona, lungo la stessa linea di comunicazione. Invece (neanche a farlo apposta) ci hanno sperduto e sperperato per tutta la Sicilia: a Siracusa, a Caltanissetta, a Girgenti, poi nell'altra costiera, 50 a Cefalù, 24 ad Altavilla, 40 a Caccamo, 120 a Termini. [...] Siamo partiti disciplinati, obbedienti; all'appello non ne mancò uno, non ho voluto carabinieri, ho istruito e persuaso io i miei profughi che mi obbedirono ciecamente; potei anche lusingarli colle buone promesse che avevo ricevuto da S. E. Luzzatti, ma purtroppo la disillusione fu amara”. 

A questi esuli, si devono sommare i friulani, ma per avere una cognizione della loro distribuzione nel territorio siciliano si può consultare il libro: ”Storia di un esodo: i friulani dopo la rotta di Caporetto: 1917-1919” di Elpidio Ellero pubblicato dall’Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, nel 2001. 

Si apprende così che, gli sfollati ospitati in Sicilia furono 4.641, e che furono distribuiti nel seguente modo: Caltanissetta 322, Catania 561, Girgenti (Agrigento) 193, Messina 1.068, Palermo 1.632, Siracusa 583 e Trapani 282. Dunque, a Termini Imerese di sicuro, per il momento sappiamo che, furono ospitati 120 esuli di Pederobba, e questo sbiadito ricordo, con il contributo dei nostri studenti e di quelli della bella città trevigiana, noi vogliamo rinvigorire e consegnare alla storia». 

Foto di copertina: Sfollati dopo caporetto.

Foto a corredo dell'articolo:

Lavarone, profughi dopo Caporetto.

Ignazio e Manfredi Lanza Branciforte di Trabia.

Donne e bambini profughi dopo Caporetto.

Foto per gentile concessione del Generale di Brigata Mario Piraino.

Giuseppe Longo

https://cefalunews.org/

Nessun commento:

Posta un commento