mercoledì 12 giugno 2024

L’incrociatore tedesco Emden a cento anni dal suo affondamento

Cefalunews, 9 novembre 2014

L’incrociatore leggero Emden fu la spina nel fianco della marina militare inglese. L’imprendibile nave tedesca al comando del capitano Karl Friedrich Max von Müller affondò una quantità rilevante di navi mercantili e un esiguo numero navi da guerra nell’Oceano Indiano. L’affondamento delle navi cargo causò ingenti danni alla marina britannica. 

Nonostante ciò il comportamento cavalleresco del comandante von Müller, fu molto apprezzato e ammirato dai suoi avversari. Di lui si scrisse: “guadagnò l'ammirazione del nemico per l'abilità, lo spirito d'iniziativa e il coraggio con i quali combatté tanto a lungo, e per la cavalleria e il senso di umanità che dimostrò”. 

Per l’incrociatore tedesco la fine della guerra corsara terminò nelle Isole Cocos. In realtà, dopo essere stato attaccato e colpito dall’incrociatore inglese “Sydney”, l’Emden, irrimediabilmente danneggiata, per evitare l’affondamento andò a sfasciarsi contro la barriera corallina. 

Chiediamo a Virginio Trucco (1) di parlarci dell’incrociatore Emden e dello scontro avvenuto nelle Isole Cocos.

«Il 9 novembre 1914, presso l’isola di Cocos, veniva affondato l’incrociatore leggero Emden. Nella sua breve crociera, la nave, al comando di Karl Friedrich Max von Müller insieme al suo equipaggio divenne una leggenda. L’incrociatore leggero Emden, fu varato il 26 maggio del 1908. La sua costruzione fu finanziata da un fondo sottoscritto dall’omonima città una prassi normale nella marina militare tedesca. 

L’Emden era lungo 117,9 metri, largo 13,5 metri e un’immersione di 5,1 metri, aveva 12 caldaie che alimentavano due motori alternativi a tre cilindri che imprimevano una velocità massima di 24,1 nodi. L’incrociatore aveva un’autonomia di 3760 miglia a 10 nodi.  

Era armato con 10 cannoni da 105 mm, quattro in torrette singole a prua e poppa e sei in casamatta. Come armamento secondario disponeva di 10 cannoni da 37 mm, due tubi lancia siluri, e come tutte le navi dell’epoca era dotato dello sperone a prua. 

L’incrociatore consegnato il 1° aprile 1910, con un equipaggio di 361 uomini, fu inviato presso la base di Tsigntao, un possedimento tedesco in Cina. Da quella data fino all’inizio della guerra, l’Emeden fu impiegato in diverse azioni, incluso gli interventi verso quelle popolazioni locali trascinate nelle frequenti rivolte contro gli europei, ed anche in formazioni multinazionali. 

Karl von Müller ne assunse il comando nel marzo del 1913. Il primo agosto 1914 mentre l’incrociatore era in navigazione, al comandante giunse il messaggio del Kaiser che annunciava l’inizio della guerra con la Russia. Il comandante von Müller a sua volta comunicò la notizia ricevuta all’intero equipaggio. 

I marinai esultarono con un fragoroso saluto alla voce a sua maestà il Kaiser. Il 4 agosto durante la navigazione l’Emden incrociò nelle acque antistanti all’isola di Tsushima, il vapore russo Riasan di 3500 tonnellate. Dopo averlo fermato, lo scortò presso la base di Tsigntao. Successivamente l’Emden, eseguendo l’ordine dell’Ammiraglio Maximilian von Spee, fece rotta verso l’isola di Pagan, dove vi giunse il 12 agosto. 

A Pagan il comandante von Müller, venuto a sapere che l’Ammiraglio voleva rientrare in Germania via Atlantico, chiese di poter fare la guerra da corsa nell’Oceano Indiano. Avendo ricevuto l’autorizzazione, von Müller lasciò Pagan il giorno 14 agosto insieme alla nave carboniera “Markomannia. 

La prima tappa dell’incrociatore fu l’isola di Palau, dove doveva congiungersi con la "Markomannia”. Ma la nave mancò l’appuntamento. Lo stesso si ripeté per il secondo appuntamento presso l’isola di Timor. 

L’Emden prima di attraversare lo stretto di Lombok e raggiungere l’Oceano Indiano si camuffò con un quarto fumaiolo, al fine di somigliare agli incrociatori inglesi. Intanto l’Emden fallì anche il terzo appuntamento con la “Markomannia”, fissato presso l’isola di Simeulue. 

A questo punto L’Emden cercando di risparmiare al massimo il carbone, attraversò il Golfo del Bengala. Il giorno 8 settembre, la nave iniziò la sua missione incrociando al largo di Calcutta. La zona si rilevò molto trafficata. 

Infatti, il giorno successivo bloccarono la nave greca “Pontoporos” (che trasportava 6500 tonnellate di carbone indiano) e confiscatone il carico, finalmente l’Emden riuscì a rifornirsi. Inoltre trasferì sulla nave greca un equipaggio da preda aggiungendola alla “Markomannia” come nave di rifornimento. 

Il giorno successivo, durante la navigazione affondò il cargo “Indus” di 3392 tonnellate e il trasporto “Lovat”. Il giorno 11 fu fermato il piroscafo “Kabinga”, una nave battente bandiera inglese ma che trasportava merci americane. 

Pertanto il “Kabinga”, fu sequestrata e utilizzata come nave prigione per gli equipaggi delle navi affondate. Il giorno 13 furono affondate, la carboniera “Killin” e il “Diplomat” di 7600 tonnellate. Il giorno 14, dopo aver catturato il cargo “Trabbock”, von Müller rilasciò il piroscafo “Kabinga”, che con tutti gli equipaggi catturati si allontanò dalla zona facendo rotta verso Rangoon. 

I marinai inglesi ammirarono il gesto dell’equipaggio tedesco e schieratesi sul ponte della nave salutarono alla voce l’incrociatore. Nella notte il “Trabbock” fu fatto esplodere, la forte deflagrazione attirò in zona il cargo “Clan Mattheson”, che a sua volta fu affondato. Durante la navigazione, l’Emden non incontrò più navi: si era diffusa la notizia della sua presenza in mare e nessuna nave ebbe il coraggio di lasciare i porti. 

Intanto gli inglesi scatenarono la caccia al corsaro. In mancanza di prede von Müller decise di attaccare direttamente l’India allora colonia inglese. La sera del 22 settembre, la nave si presentò davanti Madras, importante centro di stoccaggio di petrolio. Dalla distanza di 3000 m, in 25 minuti furono spararti 125 colpi verso i depositi provocando esplosioni e incendi che causarono la perdita di 350.000 galloni di greggio. Il giorno 25 davanti a Colombo affondò il piroscafo “Tymeric” e catturò il “Gry Fevale” quest’ultimo fu utilizzato come nave prigione. 

Il giorno 27 catturò la carboniera “Buresk” con 6600 tonnellate di carbone (destinato alla squadra inglese della Cina) e si rifornì di combustibile. Lo stesso giorno lasciò libera la “Gry Fevale” con tutti i prigionieri. Quindi, l’incrociatore fece rotta verso l’Isola di Diego Garcia, dove lo attendeva il “Markomannia”. Il 9 ottobre l’Emden giunse sull’isola, e con grande stupore dell’equipaggio la nave fu accolta festosamente. 

Ben presto von Müller e i suoi uomini si resero conto che nessun abitante dell’isola era informato dello scoppio della guerra. Perciò approfittarono della situazione per eseguire alcune riparazioni e un veloce carenaggio per ripulire la chiglia dalle incrostazioni formatesi. La sera del 10 la nave riprese il mare. Il 15 di ottobre mentre l’Emden si trovava nelle vicinanze delle Maldive (in una zona d’intenso traffico per lo Stretto di Suez) affondò il mercantile “Clan Grant”, mentre l’incrociatore inglese “Yarmouth” affondò la “Markomannia” e catturò la “Pontoporos”. 

Nei giorni successivi l’Emden affonderà la “Ponrabbel” e la “Benmohr”. Il 19 ottobre affondò il cargo “Trolis” e catturò la nave statunitense “St Egbert”, e in questa furono trasferiti i prigionieri. Infine l’Emden affonderà la “Chilkana” e catturerà la carboniera “Exford”. Il giorno 20 von Müller decise di cambiare zona, e doppiando Ceylon si diresse verso il porto di Penang. Ormai ben 14 navi da guerra gli stavano dando la caccia. I traffici navali subirono un brusco calo, e le compagnie assicurative aumentarono i premi. 

A questo punto von Müller decise di attaccare la base di Georgetown, posta sulla costa occidentale della penisola della Malacca. Molto prima dell’alba del 28  ottobre, l’Emden arrivò nella baia di Penang. Qui fu identificato l’incrociatore leggero russo “Zhemchug” di 3050 tonnellate. 

Alle ore 5.13, alzata la bandiera tedesca, l’Emdan aprì il fuoco sull’incrociatore leggero da una distanza di 200 m. Alle 5.28 l’Emdan si allontanò di poco lanciando un siluro contro l’incrociatore russo che colpito a centro nave, esplose spaccandosi in due. A spuntar dell’alba von Müller uscì dalla rada e individuando quello che sembrava un battello armato, ordinò ancora una volta di aprire il fuoco. Accorgendosi di avere commesso un errore, fece sospendere il fuoco e cavallerescamente tornò indietro per scusarsi con il comandante del cargo. 

Mentre continuava la navigazione, l’Emden avvistò il cacciatorpediniere francese “Mousque” di 310 tonnellate che rientrava da un pattugliamento notturno. Come per i navigli precedenti von Müller ordinò ai suoi uomini di aprire il fuoco. Il tiro preciso iniziò a demolire il caccia, che nonostante i gravi danni riuscì a lanciare un siluro verso l’Emden, mancandolo; ma un colpo preciso sparato dalla nave tedesca colpì in pieno le caldaie del cacciatorpediniere “Mousquet”, distruggendolo. Dopo 10 minuti la battaglia era terminata e von Müller recuperando 36 naufraghi francesi fece rotta verso le isole Nicobare. 

Nell’arcipelago l’Emden eseguì le dovute riparazioni ed eseguì il rifornimento attingendo dalla nave carboniera Beresk. Le imprese dell’incrociatore tedesco indussero il Kaiser a insignire della Croce di Ferro l’equipaggio. Pertanto, il comandante von Müller ricevette la Croce di Ferro di prima e seconda classe, mentre a 50 marinai gli fu concessa la Croce di seconda classe. 

La stampa descrisse ampiamente le imprese dell’incrociatore, paragonandolo all’Olandese Volante. Intanto l’incontro programmato con l’Exford per il giorno 8 novembre, non avvenne a causa dell’incontro di quest’ultima nave con un convoglio nemico e che costrinse la carboniera a una deviazione. 

Il comandante von Müller decise allora di attaccare l’isola di Cocos, strategicamente importante per la stazione radio e il cavo sottomarino che parte della stessa stazione. Verso le 06.00 del 9 novembre, l’Emden si avvicinò all’isola e sbarcò una squadra di 50 marinai per distruggere la stazione radio e tagliare il cavo sottomarino. 

Purtroppo gli inglesi, riuscirono a inviare un SOS, che fu raccolto da un convoglio navale che trasportava truppe ed era scortato da tre incrociatori distanti 65 miglia dall’isola di Cocos. Dal convoglio si staccò l’incrociatore leggero Sydney, armato di 8 cannoni da 152 mm, che raggiunse l’isola verso le 9.00. Alle 09.15 von Müller identificò la nave, e levate le ancore prese, il largo. Alle 9.40 l’Emden aprì il fuoco contro l’incrociatore Sydney e già alla terza salva colpì l’obiettivo, distruggendo la centrale del tiro di poppa. 

Le salve del Sydney risultarono lunghe e caddero dietro l’Emden. Il comandante del Sydney, si allontanò di alcune centinaia di metri, al fine di portarsi fuori dalla gittata dei cannoni tedeschi, sfruttando la maggiore portata dei suoi. Alla fine gli inglesi, riuscirono a inquadrare l’incrociatore tedesco che in mezzora incassò più di 100 colpi. Alle 10.00 furono colpiti la stazione radio e un cannone di prua, e di seguito il timone e la centrale del tiro. A questo punto il tiro dell’Emden diventava impreciso, e i colpi da 105 tedeschi rimbalzarono spesso sulla corazzatura del Sydney. 

Il comandante von Müller tentò allora il siluramento, ma la nave inglese essendo più veloce riuscì a evitarlo. 

Alle ore 11.15 von Müller si rese conto di non aver più scampo, e si diresse verso l’isola più a nord di Cocos, portando la nave a incagliarsi sulla barriera corallina e ammainando la bandiera in segno di arresa. Dopo 33.000 miglia percorse, 16 navi affondate, per un totale di 71000 tonnellate di stazza, 7 catturate, più l’affondamento di un incrociatore e un cacciatorpediniere, si concluse la crociera da corsa dell’Emden. 

L’incrociatore tedesco aveva perso 141 uomini d’equipaggio ed erano stati feriti 65 marinai. L’Emden e il suo comandante entrarono nella leggenda. 

Mai una sola nave da guerra era stata braccata da più di 80 navi di quattro nazionalità. L’Emden da sola, aveva interrotto per 3 mesi il traffico nell’Oceano Indiano ma soprattutto il suo comandante si era guadagnato l’onore e il rispetto per il comportamento cavalleresco verso il nemico».

Note:

(1) Virginio Trucco è nato a Roma, ha frequentato l’Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”, conseguendo il Diploma di Aspirante al comando di navi della Marina Mercantile. Nel 1979, frequenta il corso AUC (Allievo Ufficiale di Complemento) presso l’Accademia Navale di Livorno, prestando servizio come Ufficiale dal 1979 al 1981. Dal 1981 è dipendente di Trenitalia S.p.A.

Foto di copertina: SMS Emden, la nave a Tsingtao all'inizio del 1914, da Wikipedia.

Foto a corredo dell'articolo: 

HMAS Sydney, da Wikipedia.

Royal Australian Navy. Ensign (1911-1967), da Wikipedia.

Giuseppe Longo 

https://cefalunews.org/


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