mercoledì 12 giugno 2024

Cento anni fa la battaglia navale di Dogger Bank

Cefalunews, 24 gennaio 2015

Il 24 gennaio di cento anni fa non lontano dalle coste inglesi del Northumberland, a Dogger Bank, si scontrarono le unità anglo-tedesche comandate rispettivamente dagli ammiragli David Beatty e Franz von Hipper. 

Abbiamo chiesto allo storico navale Virginio Trucco (1) di descriverci le fasi della battaglia avvenuta sul bassofondo del Mare del Nord.

«Tra la fine del dicembre 1914 e il gennaio 1915, i tedeschi, compirono alcune incursioni sulla costa orientale britannica, attraverso operazioni di bombardamento di alcune città, al fine di attirare la Home Fleet in uno scontro decisivo, poiché in quel periodo le due flotte avevano raggiunto un rapporto di parità (18 navi monocalibro inglesi contro 17 navi tedesche). 

L’ammiraglio Friedrich von Ingenohl, decise di impiegare un’altra volta gli incrociatori da battaglia della Hochseeflotte, allo scopo di attaccare le navi nemiche che si fossero trovate a Dogger Bank (bassofondo del Mare del Nord, che in alcuni punti ha una profondità di soli 13 m. e che prende il nome dalla parola olandese che identifica i pescherecci dogge; distante solo 100 Km dalla costa inglese del Northumberland). 

Per quest’operazione si decise di impiegare la I divisione incrociatori, formata da: 3 incrociatori da battaglia (Moltke, Seydlitz, e Derfflinger); 1 incrociatore corazzato, il Blucher, 3 incrociatori leggeri e 18 cacciatorpediniere al comando dell’Ammiraglio Franz von Hipper. 

Le navi dovevano partire la sera del 23 gennaio, navigare tutta la notte e trovarsi all’alba del 24 all’angolo Sud Est di Dogger Bank, quindi da lì invertire la rotta e attaccare tutte le navi militari e mercantili incontrate sulla via del ritorno. Nello stesso tempo dai porti inglesi, si mosse una squadra navale, formata da 5 incrociatori da battaglia del I e II Battle Cruiser Squadron (Lion, Tiger, Princess Royal, New Zealand e Indomitable) 7 incrociatori leggeri e 35 cacciatorpediniere al comando dell’Ammiraglio David Beatty. 

Per capire la rapidità della reazione inglese, occorre fare un passo indietro. Il 28 agosto 1914, in una delle primissime azioni intraprese dalla flotta tedesca nel mar Baltico, l’incrociatore leggero tedesco Magdeburg, si era incagliato a poca distanza dal faro di Odensholm. 

Sebbene gli ufficiali si affrettassero a buttare in mare i cifrari, uno di questi fu recuperato dai Russi, i quali provvidero a inviarne una copia agli alleati inglesi. Alle luci dell’alba del 24 gennaio Beatty, ordinò alle proprie unità di allargarsi, al fine di rastrellare un’area maggiore. 

Nel frattempo le unità germaniche si avvicinarono in avanguardia, mediante gli incrociatori leggeri Graudenz a Stralsund. Nello stesso tempo gli altri incrociatori, il Rostock e il Kolberg, si disposero rispettivamente a destra e a sinistra. 

Ogni incrociatore era accompagnato dai caccia. Alle 7.15 gli incrociatori inglesi Aurora e Undaunted, avvistarono l’incrociatore tedesco Kolberg, tra quest’ultimo e l’Aurora, vi fu uno scambio di colpi che causarono a entrambi solo pochi danni, ma l’incrociatore Aurora segnalò all’Ammiraglio Beatty di aver impegnato il nemico. 

Alle 7.50 gli incrociatori da battaglia tedeschi, furono avvistati a circa 14 miglia. L’ammiraglio Hipper, preferì proseguire la navigazione, poiché nell’incerta luce dell’alba, non si riuscivano a distinguere bene le forze nemiche. In un primo momento furono avvistati circa 6 incrociatori leggeri inglesi e molti cacciatorpediniere. 

Pertanto, Hipper ritenne che tali forze non fossero tanto difficili da affrontare. Tuttavia, un successivo avvistamento dallo Stralsund indicò che dietro alle prime forze, si distinguevano i fumi di circa 8 navi maggiori. A questo punto l’Ammiraglio Hipper comprendendo di trovarsi di fronte a forze similari, decise di invertire la rotta e dirigersi verso le proprie basi, distanti solamente 150 miglia. 

L’inversione di rotta lasciò il Blucher, come unità serrafila, e a questo incrociatore corazzato l’Ammiraglio, diede libertà di aprire il fuoco. Alle 8.15, le due forze contendenti continuarono a navigare per file parallele con quelle tedesche a proravia delle inglesi. Beatty, ordinò di aumentare la velocità a 27 nodi, e poi a 29 nodi. Ben sapendo che questa velocità poteva essere mantenuta per breve tempo, e avrebbe lasciato alle spalle l’Indomitable e il New Zealand, che erano in grado di raggiungere solo 27 nodi. 

Il Lion aprì il fuoco contro il Blucher dalla distanza di 18.000 m, a seguire anche il Tiger e il Princess Royal aprirono il fuoco verso il Blucher. Le navi tedesche risposero al fuoco, ma entrambi erano disturbati dal fumo dei propri fumaioli. Il Lion diresse il fuoco verso il Moltke. I tedeschi invece concentrarono il fuoco sul Lion, nave ammiraglia e prima della formazione nemica. Alle 9.43, un colpo da 343 mm centrò la parte poppiera dell’incrociatore Seydlitz, perforando il ponte superiore e la corazza della torretta inferiore. 

L’esplosione causò l’accensione delle cariche pronte all’impiego. L’incendio che si sviluppò, arrivò al deposito munizioni, causando anche l’esplosione dei depositi della torre sopraelevata. L’ammiraglia tedesca, fu salvata da un sottufficiale che nonostante i volantini fossero arroventati riuscì ad aprire le valvole di allagamento. Il Seydlitz, era rimasto senza le torri poppiere e aveva imbarcato 600 tonnellate d’acqua. A questo punto ritenendo ormai prossima la fine fu ordinato di accelerare al massimo il tiro dei cannoni rimasti. 


Due minuti dopo il Lion fu centrato da un colpo da 305 mm. che attraversarono la corazzatura di uno dei depositi munizioni, ma fortunatamente non esplose. Nove minuti dopo fu centrata la torre prodiera inferiore, mettendo fuori uso un cannone. Poi una granata da 280 mm. sparata dal Seydlitz, perforò la corazza del Lion, provocando l’allagamento dell’officina e mettendo in corto due dinamo. La nave si sbandò leggermente sulla sinistra e la velocità scese a 24 nodi. 

Intanto i caccia tedeschi formarono una spessa cortina fumogena, che impedì agli inglesi di rilevare la caduta delle salve. Alle 10.18 la distanza fra i due schieramenti era scesa intorno ai 16.000 m. due colpi del Derfflinger colpirono il Lion causandogli gravi danni: una perforò la corazzatura sotto la linea di galleggiamento, provocandone l’allagamento dei doppi fondi prodieri; l’altro colpo perforò la corazza sulla linea di galleggiamento a prora, causando l’allagamento della camera di lancio e dei compartimenti limitrofi. 

Alle 10.30 l’Ammiraglio Beatty riuscì a riportare la velocità della sua nave a 26 nodi e lo scontro si riaccese. Il Blucher ricevette dal New Zealand, un colpo da 305 mm.  che perforò il ponte corazzato fra le ridotte laterali anteriori, determinando l’incendio delle cariche sistemate in un corridoio che serviva per il passaggio delle munizioni. A centro nave si sviluppò un furioso incendio che mise fuori combattimento il timone, i telegrafi di macchina, i sistemi di direzione del tiro, e le condotte di vapore della sala macchina prodiera.  

A causa dell’incendio il Blucher ridusse la velocità a 17 nodi. Alle 10.35 e poi alle 10.41, il Lion fu colpito di nuovo da tre proiettili che causarono l’incendio del deposito munizioni e della torre inferiore prodiera. Beatty, verso le 11.00, a causa della segnalazione di un presunto sommergibile ordinò un’accostata a sinistra. 

L’Ammiraglio Hipper in considerazione della vicinanza delle sue basi, decise giustamente di sganciarsi dallo scontro, lasciando a malincuore il Blucher al suo destino. Intanto l’Ammiraglio Beatty, imbarcato sul Lion, quest’ultimo con le macchine di sinistra in avaria, il telegrafo fuori uso, sbandato di 10° e con una velocità di 15 nodi, segnalò di attaccare la coda del nemico e poi di avvicinarsi. Il contrammiraglio Archibald Moore (secondo in comando), interpretò questi segnali come l’ordine di annientare il Blucher, anziché continuare a impegnare i nemici. 

Così le navi inglesi si concentrarono tutti sull’incrociatore corazzato Blucher, che alle 13.13, s’inclinò su un fianco e si capovolse. I tedeschi, trassero molti insegnamenti da questa battaglia: aumentarono le corazzature delle torri e dei depositi munizioni, migliorarono i telemetri e i servizi antincendio. 

Gli inglesi, dal canto loro, ritennero giusta la strada intrapresa con l’incrociatore da battaglia, e notarono sia la disposizione errata dei depositi munizioni, sia la fragilità delle torri, ma rimase tutto solamente un argomento di discussione, e che li porterà in seguito alla sorpresa dello Jutland».

(1) Virginio Trucco è nato a Roma, ha frequentato l’Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”, conseguendo il Diploma di Aspirante al comando di navi della Marina Mercantile. Nel 1979, frequenta il corso AUC (Allievo Ufficiale di Complemento) presso l’Accademia Navale di Livorno, prestando servizio come Ufficiale dal 1979 al 1981. Dal 1981 è dipendente di Trenitalia S.p.A. 

Foto di copertina: SMS Moltke, da Wikipedia.

Foto a corredo dell'articolo: 

La Seydlitz durante la prima guerra mondiale, da Wikipedia.

Bandiera di guerra della Germania 1903-1919, da Wikipedia.

L'incrociatore da battaglia Invincible, da Wikipedia.

La Blücher affonda durante la battaglia, da Wikipedia.

Bandiera di combattimento della Germania 1903-1919, da Wikipedia.

Giuseppe Longo 

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