Cefalunews, 9 settembre 2019
L’isola di Malta, posta nel
Mediterraneo centrale a circa sessanta miglia a sud della Sicilia, durante la
Seconda Guerra Mondiale fu una colonia inglese di grande importanza strategica.
Sin dall’inizio delle ostilità la Regia Aeronautica insieme alla Luftwaffe,
effettuarono su questa fortezza militare, ripetuti attacchi aerei. Tuttavia,
non mancarono altresì offensive delle marine da guerra dell’Asse. In realtà, il
25 luglio 1941, la Regia Marina diede l’avvio all’Operazione Malta Due, con
l’obiettivo di attaccare le determinanti installazioni portuali britanniche, e
distruggere le reti di protezione per consentire ai sabotatori italiani di
dirigersi sulle navi nemiche ancorate in rada.
Al calar del sole dal porto di Augusta
levarono l’ancora, l’Avviso veloce “Diana” con a bordo nove Motoscafi Turismo
Modificati (M.T.M.), trainante un motoscafo speciale per il trasporto di due
siluri a lenta corsa (S.L.C.); il MAS 452 con a bordo il Capitano di Fregata
Vittorio Moccagatta, insieme al Capitano medico Bruno Falcomatà; e il MAS 451,
quest’ultimo, che conduceva a rimorchio un motoscafo da turismo silurante
(M.T.S.) con il quale il Capitano di corvetta Giorgio Giobbe avrebbe dovuto
condurre i Barchini Esplosivi sino all’ingresso della base navale di La
Valletta.
Nella notte fra il 26
e 27, due S.L.C., uno dei quali, guidato dal Maggiore del Genio Navale Teseo
Tesei, e otto M.T.M. giunti in prossimità del porto maltese, effettuarono
l’attacco. Tuttavia, intercettati dai radar inglesi, furono respinti dalle
difese costiere e mitragliati dagli aerei subito dopo allertati. La fallita
incursione al porto di La Valletta costò la vita a Tesei ed anche al comandante
della Xa Mas, Moccagatta che rimase ucciso insieme al suo
equipaggio, durante il rientro alla base italiana di Augusta.
Abbiamo chiesto allo
storico navale Virginio Trucco (1) di parlarci della sfortunata ma gloriosa “Operazione Malta 2”, ardita missione che
settantotto anni fa ridusse i ranghi della Xª Flottiglia MAS, comunemente nota
come “la Decima” e che sarà il preludio per lo studio di un attacco programmato
per la conquista della base navale britannica: ossia l’Operazione C3, prevista
per i mesi di giugno-luglio 1943, e che non fu mai attuata. Infatti, la
vittoriosa offensiva in Nord Africa del Feldmaresciallo Erwin Rommel, convinse
Adolf Hitler, nonostante le insistenze del Generale Ugo Cavallero e di Benito
Mussolini, ad annullare l’operazione e indirizzare le forze italo-tedesche in
Africa settentrionale.
«Con la crisi generatasi nel 1935 in seguito alla campagna
d’Etiopia, vista la forte presenza di navi della Royal Navy in Mediterraneo, la
Regia Marina ipotizzò l’utilizzo di mezzi d’assalto al fine di attaccare le
navi nei porti, gli studi si concentrarono su due progetti, il primo di due
ufficiali del Genio Navale Teseo e Toschi che prevedeva l’uso di un semovente
subacqueo (S.L.C.) e il secondo dell’ammiraglio Aimone di Savoia-Aosta di un
motoscafo esplosivo (M.T.), i due prototipi furono approntati rapidamente, ma
la conclusione nel ‘36 della guerra e la successiva normalizzazione dei
rapporti, fecero fermare lo sviluppo dei mezzi. Alla fine del 1938 in
previsione di nuove tensioni internazionali lo sviluppo dei mezzi riprese con
la costituzione della sezione “Armi Speciali” poi “Flottiglia MAS Speciale” per
diventare poi “Xa Flottiglia MAS”. Con lo scoppio delle
ostilità il comandante della Flottiglia C.F. Vittorio Moccagatta presentò il
piano preparato nel ‘36 per l’attacco a Malta, considerata spina nel fianco
della nostra Marina e non solo, il Ministero Marina mostrava dei dubbi
sull’utilità dell’attacco, considerato che a Malta non vi erano grandi navi, ma
solo naviglio leggero e qualche sommergibile, di fronte all’insistenza del
comando della X Supermarina autorizzò l’attacco. Nei giorni 24-28 e 30 giugno
Barchini esplosivi rimorchiati da MAS partirono dalla Sicilia verso Malta
ma inconvenienti tecnici e maltempo, fecero si che le azioni fossero annullate.
Lo Stato maggiore della Xa iniziò a organizzare con
cura un ulteriore tentativo, venne scelta la notte fra il 26 e 27 luglio, notte
in lume e con previsioni meteo favorevoli, era previsto l’impiego
dell’Avviso Diana che doveva imbarcare 9 M.T. e 1 M.T.L., 1 M.T.S. (motoscafo
silurante) 2 S.L.C. ed i MAS 451 e 452.
Il piano prevedeva che un S.L.C. guidato da Tesei ed il 2° Capo
Pedretti doveva far saltare le ostruzioni che chiudevano il porto sotto ponte
Sant’Elmo, mentre il secondo “Maiale” condotto dal Tenente di Vascello Costa e
dal Capo Barla avrebbe attaccato la base dei sommergibili a Marsa Muscetto, i
Barchini esplosivi guidati dal Capitano di Corvetta Giorgio Giobbe al comando
del M.T.S. sarebbero penetrati nel porto dal varco creato nelle ostruzioni.
Al tramonto del 26 Luglio il Diana con i mezzi a bordo ed i MAS 451
e 452 lasciarono il porto di Augusta, alle 23.00 raggiunsero il punto “C” a 20
miglia da Malta e iniziarono le operazioni di messa a mare dei mezzi, con qualche
difficoltà l’operazione venne effettuata, anche se con qualche ritardo, inizia
l’avvicinamento all’isola, alle 02.00 da Malta vengono accesi brevemente alcuni
proiettori, alle 03.00 il M.T.L. rilascia i due maiali, quello di Cota presenta
dei problemi alla pompa di travaso e dopo un tentativo di riparazione dovrà
essere affondato, Tesei si dirige sul suo obiettivo che avrebbe dovuto
attaccare alle 4.30, intanto il M.T.S. comandato da Giobbe conduce gli M.T. nel
punto previsto per la partenza dell’attacco, previsto alle 4.40, alle 4.30 un
sordo brontolio di un’esplosione subacquea avverte che Tesei ha portato a fine
il suo compito, Giobbe ordina a due M.T. preparati per esplodere in superficie
di lanciarsi verso le ostruzioni, purtroppo l’esplosione dei mezzi unita a
quella dello S.L.C. provocano il crollo di un pilone del ponte che ostruisce
l’ingresso, gli altri barchini si lanciano a piena velocità all’attacco ma
tutti i proiettori del porto si accendono e tutte le postazioni difensive
aprono il fuoco, tutti gli M.T. vengono distrutti il Sottotenente di Vascello
Carlo Bosio muore gli altri piloti sono quasi tutti feriti e verranno poi
catturati dagli inglesi. Solo il comandante Giobbe riesce ad allontanarsi e a
raggiungere i Mas in attesa, per riferire al comandante Moccagatta l’infelice
esito della missione, circa un’ora dopo mentre i MAS rientrano alla base,
vengono attaccati dagli aerei inglesi, muoiono il comandante Moccagatta, Giobbe
ed il Tenente Medico Bruno Facolmatà più altri 5 membri dell’equipaggio. Il MAS
451 viene affondato ed il 452 immobilizzato e più tardi catturato dagli
inglesi, solo undici superstiti raggiungono con M.T.S. il Diana.
Alla fine dell’azione si contano 15 caduti, fra cui tutto lo Stato
Maggiore della Xa, e 18 prigionieri, fra i caduti ci sono Tesei e
Pedretti che pur di distruggere in tempo le ostruzioni fecero esplodere la
carica dello S.L.C. senza allontanarsi».
(1) Virginio Trucco è nato a Roma, ha frequentato l’Istituto
Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”, conseguendo il Diploma di Aspirante al
comando di navi della Marina Mercantile. Nel 1979, frequenta il corso AUC
(Allievo Ufficiale di Complemento) presso l’Accademia Navale di Livorno,
prestando servizio come Ufficiale dal 1979 al 1981. Dal 1981 è dipendente di Trenitalia
S.p.A. Lo storico navale Virginio Trucco è membro dell’Associazione Culturale
BETASOM (www.betasom.it).
Bibliografia:
Le grandi battaglia del ventesimo secolo, Arrigo Petacco, Curcio
editore volume 4°
I mezzi d’assalto italiani 1940-1945 parte 1^, Erminio Bagnasco;
Storia Militare Dossier n°22
Foto a corredo dell’articolo:
Rarissima immagine di 4 MTM e del MAS 509 in esercitazione nelle
acque di Augusta prima dell’Operazione Malta 1 (giugno 1941) da www.betasom.it
Giuseppe Longo
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