Cefalunews, 24 novembre 2014
Palermo
conserva numerosi luoghi della memoria inerenti al periodo della Grande Guerra,
un appello giunge dal Generale Mario Piraino (membro del Comitato spontaneo per
le Celebrazioni della Grande Guerra), affinché vengano valorizzati. Abbiamo
interpellato l’alto Ufficiale e gli abbiamo chiesto di parlarci di questi
luoghi “sacri” situati nel nostro capoluogo.
«Nei ricordi di quella che fu una grande tragedia per i siciliani, Palermo conserva innumerevoli luoghi della memoria del periodo della Prima Guerra Mondiale, che, di fatto, costituiscono un interessantissimo percorso museale, da riscoprire e valorizzare, in vista del Centenario della Grande Guerra, con il contributo di studiosi, studenti, cittadini e autorità e uffici comunali, per poi essere offerto ai turisti e ai cultori della storia e delle “cose belle”.
In prima
analisi, questi segni tangibili del nostro glorioso passato, vengono di seguito
elencati, ma questo vuole essere solo la premessa per iniziare un percorso di
ricerca e ricostruzione storica per sottrarre all’oblio le testimonianze di un
periodo importante della nostra storia.
Elenco non esaustivo
dei luoghi della memoria:
Stele votiva inaugurata il 4 novembre 1930 all’interno del Giardino Inglese, consacrata alle medaglie d’oro al valore militare della Provincia di Palermo caduti durante la Grande Guerra.
Il monumento riporta i nomi di Giuseppe Mancino, Giuseppe
Cangialosi, Eugenio Di Maria, Euclide Turba, Emilio D’Angelo, Ciro Scianna,
Luigi Giannettino e Vincenzo Madonia, insieme con il luogo e la data della loro
morte e un’epigrafe commemorativa per ciascuno degli eroi. Inoltre all’interno
del Giardino Inglese si trova il busto in bronzo dell’irredentista Cesare
Battisti.
Monumento ai caduti e Statua della Libertà.
Sacrario Militare ai caduti italiani della Grande Guerra, posto all’interno del cimitero di Santa Maria dei Rotoli.
La Casa del Mutilato, inaugurata il 21 maggio 1939 in via Alessandro Scarlatti, un significativo monumento dedicato ai mutilati ed invalidi di guerra, Tempio della religione della Patria.
La Chiesa di San Domenico, Panteon siciliano dove riposano, tra gli eroi, i Generali Cascino e Di Maria.
Il giardino della memoria all’interno di Villa Pietro Bonanno, in Piazza della Vittoria, che diventò subito dopo la vittoria del 4 novembre 1918, un luogo della memoria della Grande Guerra. Nel maggio del 1928, fu collocato il monumento al Tenente Gaetano Bucceri di Aidone, Medaglia d’Oro al Valore Militare, nell’epigrafe posta alla base della statua in bronzo si leggono queste parole:
GAETANO BUCCERI / DI AIDONE TENENTE DEGLI ARDITI / CHE ROMANAMENTE PUGNANDO / IMMOLAVASI PER LA GRANDEZZA / D’ITALIA, LA PATRIA MEMORE, l’iscrizione, sovrasta uno scudo bronzeo con incise le medaglie al valore, vi è anche un busto in marmo dedicato al Tenente Giuseppe Mancino, distintosi per eroismo nella guerra 1915/18. Medaglia d’Oro al Valore Militare.
Si apprende (notizia riportata anche in diversi siti web tra cui Wikipedia e del Comune di Palermo alla voce “archivio biografico”), che presso Piazza della Vittoria, all’interno di Villa Bonanno, si dovrebbe trovare il monumento a Luigi Giannettino, soldato del V° Reggimento di Fanteria, che venne ucciso a Valle Duca il 18 dicembre 1917, e decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare, con la seguente motivazione: “Sotto violento bombardamento nemico, ritto in piedi e completamente allo scoperto, incorò i compagni con elevate parole. All’irrompere di nuclei avversari attaccanti fu primo a spingersi al contrattacco. Rimasto quasi solo, per le gravi perdite subite dal reparto, sprezzante del pericolo, diede nuove prove di animo invitto. Avute fracassate le gambe dallo scoppio di una granata nemica, fulgido esempio di serena fermezza, rifiutò recisamente di farsi trasportare per non esporre i compagni e rimase imperterrito sul posto, sotto il persistente fuoco avversario. A sera, si spense senza un lamento, con il sorriso dei prodi sulle labbra”. In verità, tale monumento, non si trova più nella sede originaria poiché è stato trasferito all’interno della Caserma Cascino di Palermo.
Statua al “Fante caduto” presso il Palazzo delle Poste, in via Roma, Monumento Commemorativo dei Caduti Postelegrafonici in guerra.
La lapide che ricorda gli studenti dell’Istituto Commerciale di Palermo caduti per la patria, collocata sulla facciata dell’omonimo Istituto oggi intitolato al Duca degli Abruzzi, nei pressi di via Ferdinando Ferri.
La lapide in marmo posta all’interno della Biblioteca Regionale per onorare la memoria degli studenti universitari caduti in quella guerra: HAC ABIERE DOMO LUDIS STUDIISQUE RELICTIS / PRO IURE ET PATRIAE PROCUBUERE SOLO. / GLORIA SIDEREO MORIENTES LUMINE CINXIT: / ITALIAM ITALIAM NOMINA SANCTA FREMUNT / 1915 / 1918.
Il Monumento ai Ferrovieri caduti in guerra, posto nell’atrio del Palazzo delle Ferrovie.
La lapide collocata in via Principe di Scordia in memoria del capitano dell’esercito italiano Giovanni Chimenti, morto durante il primo conflitto mondiale. L’epigrafe scolpita, che recita:
IN QUESTA CASA / DOVE / GIÀ FERITO AL FRONTE / ATTESE IMPAZIENTE LA GUARIGIONE / IL CAPITANO GIOVANNI CHIMENTI / A 20 LUGLIO 1917 / BALDO E INTREPIDO VOLÒ AI SUOI SOLDATI / ANELANDO ALLA VITTORIA ALLA MORTE / E IL SUO SANGUE VERMIGLIO / QUASI OMERICO CANTO / DIRÀ AL MONDO / CHE L’ANTICA VIRTÙ NON SPENTA MAI / NEI PETTI LATINI / RIARDE FIAMMA SEMPRE POSSENTE / CONTRO L’IRA VIGLIACCA / DEI NEMICI D’ITALIA / LA FAMIGLIA DESOLATA MA FIERA / PERCHÉ ALLE FUTURE GENERAZIONI / SIA PRESAGIO FATIDICO / DI SICURI TRIONFI / NEL DIVENIRE BENE AUSPICATO / DELL’ITALIANA GRANDEZZA.
La lapide di piazza Parrocchia, collocata nel luglio del 1928 sulla facciata della chiesa di Gesù, Giuseppe e Maria, nella quale sono scolpiti i nomi di ventisette abitanti della borgata di Resuttana caduti durante la prima guerra mondiale.
La lapide posta sul prospetto dell’ex chiesetta di Corso dei Mille, nella quale sono riportati ancora una volta i nomi degli abitanti della borgata Roccella di Palermo caduti nel corso del conflitto del 1915-1918.
Il cippo, sormontato da una grossa croce in ferro, eretto in via Badia, all’angolo con viale Michelangelo, il 24 marzo 1929, “PER RICORDARE I CADUTI DELLE VICINE BORGATE DI CRUILLAS E UDITORE CADUTI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE”.
La lapide in bronzo dedicata alla memoria degli operai della Chimica Arenella caduti durante gli eventi bellici tra il 24 maggio 1915 e il 4 novembre 1918, e collocata all’ingresso del vecchio fabbricato.
Vi sono poi alcune lapidi (fuse nel bronzo nemico) collocate all’ingresso di tutte le caserme militari di Palermo, che riportano il testo integrale del Bollettino della Vittoria firmato il 4 novembre 1918 dal Generale Armando Diaz. Il testo della comunicazione della vittoria si trova anche riportato nella lapide collocata all’ingresso dell’atrio del Palazzo Comunale, e nella lapide posta, il 24 maggio 1925, all’inizio di via Piave.
Il testo recita:
Comando Supremo, 4 novembre 1918, ore 12
La guerra contro
l’Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re,
duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il
24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace
valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta.
La gigantesca battaglia
ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte
cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una czeco
slovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni
austroungariche, è finita.
La fulminea e
arditissima avanzata del XXIX Corpo d'Armata su Trento, sbarrando le vie della
ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe
della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri
lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile
slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria,
ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.
Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III
armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente
conquistate, che mai aveva perdute.
L'Esercito Austro-Ungarico è
annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei
primi giorni e nell'inseguimento ha perduto quantità
ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini
e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila
prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni.
I resti di quello che fu
uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza
le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.
Il capo di stato
maggiore dell'esercito, il generale Diaz.
Altra
testimonianza storica di quel periodo è data da quello che resta della DUCROT,
la fabbrica di idrovolanti da bombardamento e motoscafi MAS, dalle postazioni
della difesa costiera ed, in ultimo, ma soltanto per sottolinearne
l’importanza, dalla lapide posta in via Roma nell’ex edificio delle
assicurazioni Venezia, che fa angolo con via Cavour in ricordo degli esuli
friulani dai territori occupati dal nemico, accolti fraternamente a Palermo nel
periodo della prima guerra mondiale. L’epigrafe in marmo riporta scritto:
CANCELLATA LA BARBARICA ORMA COL SANGUE DEGLI EROI / E CANTATO IL GRANDE
EPINICIO DALLO STELVIO ECCELSO ALL’ADRIACO MARE / I PROFUGHI CUI DOLORANTI E
DEPRECANTI PALERMO SCHIUSE LE FIORITE BRACCIA / RENDENDOSI AI SERENATI LARI
QUESTO MARMO VOTIVO / MIMXIX. Il disegno della lapide è opera dell’Architetto
Ernesto Basile, mentre l’esecuzione marmorea venne eseguita dallo scultore
Domenico De Lisi (il figlio benedetto era in guerra), nel suo studio della
vicina via Cavour cortile De Lisi. Il testo dell’epigrafe è del poeta
monrealese Achille Leto. La lapide, come scrive la Rivista Panormus del 1920,
venne scoperta, senza cerimonia, il 14 dicembre 1919!».
Si
ringrazia per le preziose informazioni forniteci il Cav. Antonino Badalamenti
che con la sua vastissima collezione di documenti cartacei - fotografici,
costituisce un’inesauribile miniera di notizie.
Foto di copertina: Palermo, Palazzo delle Poste, “Statua del soldato postelegrafonico”.
Foto a corredo dell'articolo:
Palermo, Palazzo ex
Assicurazioni Venezia, via Roma, “Lapide esuli friulani”.
Palermo, Via Scarlatti “Casa
del Mutilato”.
La Domenica del Corriere 30 luglio - 6 agosto 1916 “Il martirio di Cesare Battisti nel Castello di Trento”.
Giuseppe Longo
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