Cefalunews, 28 marzo 2023
Il 28 marzo di 100 anni fa
veniva promulgata la legge che istituiva la Regia Aeronautica. In realtà, dai
resti delle forze aeree dell’Esercito e della Marina (già smobilitate dopo la
fine della Grande Guerra) avvenne la fusione in un unico organismo, denominato
Commissariato per l’Aeronautica (1).
Questa nuova forza armata
indipendente, che nacque con l'emanazione del regio decreto 645 del 28 marzo
1923, fu la quarta forza del Regno d'Italia dopo la Marina (17 novembre 1860),
l’Esercito (4 maggio 1861) e la Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale
(M.V.S.N.). Quest’ultima, sorta ufficialmente l’1 febbraio 1923. (2).
Il predetto atto normativo n. 645, del 28 marzo, avente forza di legge, a firma di Vittorio Emanuele III, fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, n.78, del 3 aprile 1923. Pertanto, alla neonata Aeronautica tricolore furono affidate tutte le forze aeree militari del Regno e delle colonie (3).
Il primo comandante generale di questa giovanissima Arma
combattente fu Pier Ruggero Piccio (1880 – 1965), Medaglia d’Oro nella Grande
Guerra.
Nel decennio che va dal
1923 al 1930, la Regia acquisì nuove strategie di crescita e di sviluppo.
Infatti, per merito del Generale di squadra aerea, in seguito Maresciallo
dell’Aria, Italo Balbo (1896 - 1940), nacquero, oltre alle ordinarie scuole di
perfezionamento di pilotaggio e degli specialisti, anche diversificati
Istituti: la Scuola di navigazione Aerea d’Alto mare, la Scuola d’Alta quota di
Guidonia, la Scuola d’Alta Velocità di Desenzano, e la Scuola di Guerra Aerea.
Grazie alla forte spinta
innovativa di Balbo, furono di questo periodo anche i progetti per i lunghi
raid collettivi non belligeranti. Le arcinote e rilevanti imprese aviatorie,
particolarmente difficili, che fecero parlare tutto il mondo dell'Italia
fascista: Le crociere collettive del Mediterraneo occidentale (1928); quelle
del Mediterraneo orientale (1929); la trasvolata dell’Atlantico meridionale,
Italia-Brasile (1931); e della crociera del Decennale, sul tragitto Roma-New
York (1933). Tali iniziative, furono intraprese per esaltare e celebrare le
innovazioni dei nostri velivoli, e i primati aerei dell’Italia mussoliniana nei
due emisferi.
Parallelamente alla
crescita dell’aviazione militare italiana, si sviluppò anche l’industria aerea
che produsse ed esportò materiali e strumenti di bordo, principalmente nei
paesi extraeuropei.
Il battesimo del fuoco
dell’Arma Azzurra avvenne nella Guerra d'Etiopia (3 ottobre 1935 - 5 maggio
1936). Cui fece seguito la Guerra di Spagna (17 luglio 1936 – 1º aprile 1939).
Infatti, nella Campagna di Spagna, l’Italia fascista partecipò con il Corpo
Truppe Volontarie (C.T.V.), nello specifico l’Aviazione Legionaria, maturando
nei cieli iberici preziose esperienze.
La Regia, “ala fascistissima” e “pupilla del regime” (4) fu impegnata parimenti, durante il secondo conflitto mondiale. L’Italia entrò in guerra il 10 giugno 1940, e in questo contesto, un terzo dei piloti e specialisti di squadriglia italiani si immolarono in battaglia.
Dopo l’8 settembre 1943, a causa del crollo dell'apparato politico-militare dello Stato, il territorio italico si trovò diviso in due parti: gli Alleati al Sud, e i tedeschi al Nord.
I piloti della R.A. quindi, dovettero
affrontare una gravosa scelta, come del resto, pure le altre forze armate: o
andare verso la parte meridionale dello “stivale” e schierarsi con gli
anglo-americani, combattendo sotto l’insegna dell’’Aeronautica del Regno del
Sud; oppure dirigersi verso nord a combattere a fianco dei tedeschi, sotto la
coccarda dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana della Repubblica Sociale.
Com’è evidente, la guerra
non terminò, anzi, durante l’avanzata alleata lungo lo stivale della penisola,
si presentarono periodi di sofferenze, guerre civili, bombardamenti
aereo-terrestri devastanti, e rappresaglie. Evidentemente, la pace era ancora
lontana, ma questa sarà un’altra storia da raccontare.
Abbiamo chiesto al Dott. Geol. Donaldo Di Cristofalo (5) di parlarci dell’istituzione della Regia Aeronautica che proprio quest’anno, il 28 marzo, compie i cento anni della sua costituzione. Inoltre, vogliamo qui ricordare le fattezze dello stemma dell’Aeronautica Militare italiana, in particolare la locuzione latina “Virtute Siderum Tenus” (con valore verso le stelle), impressa con caratteri di colore oro, su lista svolazzante d'azzurro. Il motto sintetizza le qualità degli aviatori italiani: il coraggio, la bravura ed il sacrificio. Non a caso, nell’inquartatura dello scudo sono state rappresentati gli emblemi delle squadriglie che diedero prova di abilità, coraggio ed eroismo nella Grande Guerra, ossia, la 27ª Squadriglia Aeroplani, la 91ª Squadriglia da Caccia, la 10ª Squadriglia da Bombardamento Caproni e l’87a Squadriglia “La Serenissima”. Infine, lo scudo dell’arma aerea italiana è sormontato da un’aquila turrita d’oro, ovvero, il simbolo del brevetto di pilota militare di tutte le forze armate.
La storia
dell'Aeronautica Militare italiana è una storia ricca, in special modo di
uomini, che hanno dato prova di perizia, preparazione professionale e coraggio,
non sempre supportati da una valida leadership o da un adeguato supporto
politico e industriale.
Tralasciando gli albori, gli aviatori in uniforme gettano le basi dell'impiego del più pesante dell'aria durante la Prima Guerra Mondiale, allorquando vengono sperimentate le varie forme dell'azione bellica aerea: ricognizione, osservazione e aggiustamento tiro d'artiglieria, caccia, mitragliamento e spezzonamento, bombardamento, volantinaggio, oltre al collegamento, all'addestramento ed al trasporto. In quell'occasione trova sviluppo anche l'utilizzo navale dell'aviazione, con innovative applicazioni specifiche (idrovolanti). Correlate a tali attività vengono implementate nuove discipline tecnico-scientifiche quali la meteorologia, la navigazione aerea, l'avionica.
L'importanza tattica e strategica dell'arma aerea viene sancita, come ricordato, il 28 marzo del 1923, con la costituzione della nuova forza armata, anche sull'onda modernista e bellicista del regime fascista, da poco al potere.
Coerentemente con il linguaggio e l'azione di tale regime totalitario e populista, ogni settore della vita del Paese viene enfatizzata e mitizzata, per rispondere ed essere coerente col disegno imperialista di Mussolini, nascondendo accuratamente l'arretratezza economica, militare e industriale della nazione e lo iato tra queste e le mire espansionistiche, come le avventure colonialiste in terra d'Africa e in Albania presto evidenzieranno.
Ma ci si illude con il successo di imprese aeree quali quella di Arturo Ferrarin, che nel 1920 vola fino a Tokio, o come le crociere intercontinentali di De Pinedo nel 1925, o le imprese artiche di Nobile nel 1928, o come infine con i raid collettivi di Italo Balbo. Ma anche con i record, ancor oggi imbattuto quello di Agello del 1934 per idro a pistoni. Tutte imprese di valore assoluto, umano, organizzativo, anche tecnico se vogliamo, che potevano alludere ad una Forza Aerea di valore assoluto.
Ma così non era e non poteva essere, per una nazione ancora sostanzialmente agricola, col PIL più basso dell'Europa occidentale dopo la Spagna. Vertici militari, non all'altezza, spesso totalmente asserviti al potere politico, non seppero trarre le necessarie lezioni da queste imprese, né dalla tragica palestra della guerra civile spagnola (contrariamente ai tedeschi), E dire che italiano fu quel Giulio Douhet che nel 1921 preconizzò l'importanza della superiorità aerea nei moderni scenari bellici.
Parimenti deficitario fu il supporto e l'azione propulsiva dell'industria, totalmente insufficiente nell'attività di ricerca e sviluppo, sia nel settore motoristico che in quello delle piattaforme, sempre colpevolmente indietro rispetto a tutte le altre nazioni mondiali di pari levatura. Infine Mussolini e i suoi accoliti, che non seppero andare oltre gli “otto milioni di baionette” e le discutibili uniformi di parata.
E' vero, agli uomini non mancò il coraggio, combatterono eroicamente su macchine di altre epoche, fino alla fine della guerra spesso su biplani, o su macchine in legno e tela, quasi sempre senza radio a bordo, con armamenti di lancio o di caduta del tutto inadeguati, sempre in inferiorità numerica, con una efficienza in linea raramente sopra il 30%, senza alcun coordinamento con Esercito e Marina.
Come per le altre Armi, dopo l'8 settembre 1943 anche la Regia vive la diaspora tra Nord e Sud, tra lealisti ed RSI, fino alla conclusione della guerra in Europa. La ricostruzione dell'Arma nel dopoguerra non è meno difficoltoso di quello dell'intera Nazione. Pure saranno gli stessi reduci sopravvissuti a rimettere le ali turrite sulle divise azzurre, volando e spesso cadendo su residuati bellici che Americani ed Inglesi ci forniranno, macchine con sulle spalle troppe ore di volo, e comunque indispensabili per rimettere in moto la complessa macchina di una Aeronautica militare. Ed è così che giovani e non più giovani piloti italiani voleranno su Spitfire, Mustang, Lightning, ma avevano già volato ancora in guerra con stanchi Boston, magari lasciandoci la pelle come l'asso dei siluranti Buscaglia. Poi verranno anche i primi jet, i Vampire, i T-33, gli F-84, i Sabre e, il 4 aprile del 1949 la sottoscrizione del trattato del Nord Atlantico, l'adesione alla NATO.
Con la vittoria del concorso NATO per un caccia leggero d'attacco da parte del Fiat G-91, alla fine degli anni 50 l'Italia entra nel novero dell'elite di costruttori di aerei militari. Per quanto riguarda i motori continueremo a rivolgerci all'estero, troppo impegnative le risorse necessarie per fare da soli, ma la costruzione su licenza e la produzione di componentistica consentirà di acquisire un know how ancora oggi riconosciuto a livello internazionale.
Il boom economico degli anni 60 e il dividendo di pace del secondo dopoguerra porteranno a definire forze armate di dimensioni e dotazioni limitate, e la stessa “leva” (naja) avrà più una funzione sociale che strettamente militare. L'Aeronautica (AMI) dovrà accontentarsi di piccoli numeri, privilegiando macchine USA o nazionali, spesso con pesanti condizionamenti politicoindustriali.
L'F-104 Starfighter, splendida ed avanzatissima macchina da mach 2, produrrà generazioni di piloti dalle elevatissime capacità professionali, purtroppo con un correlato tasso di incidenti, ma come sistema d'armi (intercettore e poi caccia-bombardiere) possiamo oggi affermare che fu sostanzialmente deficitario (gli stessi USA lo acquisiranno in pochi esemplari, privilegiando l'ottimo Phantom). Così come sono stati poco significativi il citato G-91 ed il successivo AMX, entrambi autarchici, macchine dal costo esorbitante (anche perchè costruite in piccole quantità) e dalle scarse capacità belliche (i coevi A-4 Skyhawk ed F-16 sarebbero costati la metà con capacità belliche doppie). Unica consolazione il citato ritorno in termini di competenze industriali, che consentiranno poi all'AMI di realizzare (con collaborazioni europee) ed acquisire i Tornado prima ed il Typhoon poi, macchine allo stato dell'arte ed ampiamente esportate. Una citazione a parte merita la storia dei trainer che con la sequenza Siai Marchetti SF-260, l'Aermacchi MB-326 e 339 ed infine con l'attuale Alenia T-346, scriveranno una storia di successi per l'industria italiana e per la stessa AMI, oggi leader nel settore dei sistemi di addestramento al volo.
L'Arma azzurra di oggi continua ad essere “snella”, pochi numeri, ma di elevata qualità, con sistemi d'arma moderni per attacchi di precisione, trinomio forse ora messo in crisi dalla crisi ucraina, che dimostra l'importanza ancora attuale di un cospicuo arsenale, in grado di reggere conflitti ad elevata intensità e di lunga durata. Ma dalla nostra ci sta l'appartenenza ad una NATO che complessivamente continua a detenere una capacità operativa seconda a nessuno.
100 anni di storia in
chiaro scuro, comunque caratterizzati da dedizione ed elevatissime capacità
professionali (vai p.e. alla voce astronauti AMI), perfettamente sintetizzati
da quel fiore all'occhiello che è il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, le
amatissime Frecce Tricolori».
Note
(1) Giuseppe Longo 2022, La Regia Aeronautica al 10 giugno 1940 (l’Italia entra in guerra), Cefalunews, 25 maggio.
(2) Giuseppe Longo 2023, 100 anni fa nasceva la Milizia Volontaria per
la Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.), Cefalunews, 14 marzo.
(3) Regio decreto 28 marzo 1923, n. 615, concernente la costituzione
della R. Aeronautica. Art. 1 - È costituita la R. aeronautica che comprende
tutte le forze aeree militari del Regno e delle Colonie. Essa avrà una propria
uniforme e propri distintivi di grado e specialità. Essa fa capo a tutti gli
effetti al Commissariato per l'aeronautica. Il personale della R. aeronautica è
soggetto alle disposizioni disciplinari e penali stabilite per i militari del
R. esercito e della R. marina.
(4) L'aeronautica italiana una storia del Novecento, Paolo Ferrari.
(5) Donaldo
Di Cristofalo, Geologo, già funzionario presso il Comune di
Termini Imerese (PA), appassionato di storia militare e membro del “Comitato
spontaneo per lo studio delle fortificazioni militari”.
Foto di copertina: Savoia Marchetti S-55. La crociera atlantica (Foto Ufficio Storico Aeronautica Militare) tratta dal sito, www.giornidistoria.net
Foto
a corredo dell’articolo: Poster 2023 Frecce Tricolori, da www.aeronautica.difesa.it
Bibliografia e sitografia
Massimo
Ferrari, Le ali del ventennio. L’aviazione
italiana dal 1923 al 1945. Bilanci storiografici e prospettive di giudizio, Franco Angeli, 2005.
Paolo
Ferrari, L'aeronautica italiana. Una storia del Novecento,
Franco Angeli, 2005.
Giuseppe Longo 2022, Fu l’aereo che accolse Giuseppe Castellano il 31 luglio o il 2 settembre del ’43 ad essere immortalato in foto nel campo di volo di Termini Imerese?, Cefalunews, 3 febbraio.
Giuseppe Longo
Nessun commento:
Posta un commento