venerdì 17 ottobre 2014

lunedì 28 luglio 2014

“Prima Guerra Mondiale - scena prima. Balcani - Galizia: 100 anni”

http://www.gdmed.it/paginaNotizia.php?idNotiziaDaAprire=21844

Inaugurazione del Museo della Guerra per la pace Diego de Henriquez

Aerofono, da http://www.museifriuliveneziagiulia.it 

http://www.gdmed.it/paginaNotizia.php?idNotiziaDaAprire=21837

100 anni fa la Prima Guerra Mondiale

La folla applaude la proclamazione di guerra alla Russia annunciata dal Kaiser, Berlino, 1° agosto 1914

Cento anni fa scoppiava la Prima Guerra Mondiale (1914-2014)
Il 28 luglio di cento anni fa con la dichiarazione di guerra dell’Impero Austro - Ungarico alla Serbia, ebbe inizio la Prima Guerra Mondiale (1). Il giorno seguente, attraverso il gioco delle alleanze, la Russia procedette subito a mobilitare i propri militari lungo il confine tedesco. La mobilitazione delle truppe zariste fu interpretata dal governo germanico come un atto di ostilità. Pertanto, la Germania, dopo un ultimatum inviato alla Russia (31 luglio) che imponeva la cessazione dei preparativi militari lungo sue frontiere; non ricevendo nessuna risposta, a ventiquattro ore dall’intimazione, dichiarò a sua volta lo stato di guerra. Sempre lo stesso giorno (1 agosto) la Francia, legata alla Russia in virtù di un’alleanza militare, mobilitò anche il suo esercito; di conseguenza, la Germania replicò con un ultimatum e successivamente con la dichiarazione di guerra alla Francia. L’atto di guerra al governo francese fu comunicato alle ore 18.15 del 3 agosto 1914. Nei giorni a seguire altre nazioni furono coinvolte in questa immane tragedia. Il governo italiano, guidato dal Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia Antonio Salandra si dichiarò neutrale (2) fino al 24 maggio 1915.  Iniziava così la Grande Guerra.


(1) Vedi articolo in questa Testata giornalistica “Verso il 100° anniversario della I Guerra Mondiale”.

(2) “Come sappiamo, la Prima Guerra Mondiale ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia, in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo, e si concluse oltre quattro anni dopo, il giorno 11 novembre 1918. Il governo italiano di Salandra e Giolitti, scelse in un primo tempo di restare neutrale. Ma, dove la politica temporeggiava e trattava con l’Austria (con l’assistenza dell’ambasciatore tedesco in Italia) la improbabile concessione dei territori italiani irredenti, gli italiani che non avevano dimenticato le aspirazioni risorgimentali, si apprestavano a combattere la “quarta guerra d’indipendenza” sotto la bandiera della Legione straniera francese. Le prime operazioni militari del conflitto videro la fulminea avanzata dell'esercito tedesco in Belgio, Lussemburgo e nel nord della Francia, azione fermata però dagli anglo-francesi nel corso della prima battaglia della Marna nel settembre 1914. Il contemporaneo attacco dei russi da est infranse le speranze della Germania che sperava di intraprendere una guerra breve e vittoriosa. Il conflitto degenerò in una logorante guerra di trincea che si replicò su tutti i fronti e perdurò fino al termine delle ostilità. E’ vero che allo scoppio del conflitto, seguito all’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914, l’Italia dichiarò la propria neutralità, ma, moltissimi furono gli italiani che decisero comunque di partecipare alla guerra. Tra questi, a quanto pare, ci sarebbe stato anche un termitano, un certo La Mantia Giuseppe, nato a Termini Imerese il 9 aprile 1892 e deceduto (secondo i registri dell'anagrafe) il 20 maggio 1915. Secondo il canonico Rocco Cusimano, il La Mantia sarebbe morto a causa delle ferite contratte in guerra, così recita l'iscrizione sepolcrale posta al cimitero di Termini Imerese. Ma quale guerra se l’Italia entra in conflitto soltanto il 24 maggio 1915? E quindi, è logico pensare che il La Mantia sia stato un combattente “garibaldino”, cioè uno di quelli che si offrirono volontari (in Francia), per combattere le forze austro-tedesche. Alcune migliaia di questi volontari, ferventi propugnatori dell’epopea garibaldina, si arruolarono fin da subito nelle file dell’esercito francese, tra la legione straniera, l’unico corpo nel quale era loro consentito l’inquadramento. La famiglia Garibaldi, e cioè i figli di Ricciotti Garibaldi, (sette fratelli in parte già coinvolti nelle lotte per la libertà,  guidati dal più grande di loro, Giuseppe detto Peppino), decisero di formare una “Legione garibaldina” che, animata dai sentimenti risorgimentali, portasse a compimento la guerra contro gli odiati eserciti austroungarici. Peppino Garibaldi prese accordi con le autorità francesi, per raccogliere gli italiani in un corpo unico, traendoli anche dalle fila della Legione Straniera. In questo modo, la Legione garibaldina venne costituita, e posta al comando di Peppino Garibaldi che ottenne il grado iniziale di Tenente colonnello. La Legione garibaldina venne equipaggiata ed armata dall’Esercito Francese, che pose alcuni suoi ufficiali, in affiancamento ai comandanti italiani. I volontari vennero inquadrati nella Legione italiana, e, nel dicembre del 1914, inviati al fronte, nella zona delle Argonne dove si fecero grande onore. Erano inquadrati in tre battaglioni, per un totale di 53 ufficiali, 153 sottufficiali e circa 3000 soldati: molti di questi, sotto l’uniforme francese, indossavano la camicia rossa. La Legione garibaldina (nome ufficiale 4e régiment de marche du 1er étranger) è stata un'unità della Legione straniera francese, composta interamente da cittadini italiani, che combatté in Francia nella prima guerra mondiale contro i tedeschi. La Legione italiana fu addestrata in tutta fretta a Montelimar, Nimes e a Mòntboucher e poi trasferita l'11 novembre a Mailly, dove il tenente colonnello Peppino Garibaldi assunse formalmente il comando. Impiegata sul fronte delle Argonne in imprese rischiose e in cruenti assalti alla baionetta, la Legione, il 26 dicembre 1914, combatté una sanguinosa battaglia a Belle Etoile, nei pressi di Bois de Bolante, ed i volontari uscirono vittoriosi. Qui purtroppo perse la vita però un fratello di Peppino, Bruno. La seconda battaglia della Legione, sempre nelle Argonne, fu combattuta il 5 gennaio 1915 a Four-de-Paris, e la formazione di valorosi volontari italiani si fece molto onore ma subì gravi perdite tra cui un altro fratello di Peppino, Costante. Il 6 marzo 1915 la Legione, data la mobilitazione generale in Italia, venne disciolta, e il IV Reggimento di marcia fu ricondotto al deposito di Avignone. Tutti i legionari furono poi rispediti in Italia per combattere contro gli austriaci. Al termine delle operazioni in Francia, la Legione Garibaldina ebbe 300 morti, 400 feriti e un migliaio di ammalati”.

Si ringrazia per le indicazioni documentarie e iconografiche il Generale Mario Piraino

Giuseppe Longo

giuseppelongoredazione@gmail.com