Cefalunews,
21 maggio 2016
Il 20 maggio di settantacinque anni fa con l’operazione denominata in codice “Merkur”, i tedeschi davano inizio all’occupazione dell’Isola di Creta. L’invasione che prevedeva principalmente un attacco dal cielo fu affidata al Generale della Luftwaffe, Kurt Student con i suoi Fallschirm.
All’operazione “Mercurio” (20 maggio - 1 giugno 1941), definita dagli storici una delle più audaci e straordinarie azioni del secondo conflitto mondiale, concorsero nei giorni 21 e 22 anche le unità aero-navali italiane.
La più grande isola della Grecia era difesa da circa 42.000 uomini: greci, britannici, neozelandesi e australiani, al comando del Generale neozelandese Bernard Freyberg. La presa di Creta avrebbe fornito agli italo-tedeschi le necessarie basi aero-navali per il predominio del Mediterraneo orientale.
Dopo accaniti scontri e gravi perdite umane in entrambi gli schieramenti, gli inglesi, dovettero lasciare l’Isola e rimbarcarsi per l’Egitto.
Abbiamo chiesto
allo storico navale Virginio Trucco (1) di parlarci della Battaglia di Creta e
della partecipazione della Regia Marina, tramite le torpediniere di scorta
“Lupo” e “Sagittario”, al comando rispettivamente del Capitano di Fregata
Francesco Mimbelli e del Capitano di Vascello Giuseppe Cigala Fulgosi.
«Il 20 maggio 1941, prendeva il via l’operazione “Merkur”, l’invasione tedesca dell’isola di Creta, il piano prevedeva che i paracadutisti della 7^ divisione aerea dovevano conquistare gli aeroporti, dove poi sarebbero atterrati i reparti della 5^ divisione da montagna, che assieme ai primi dovevano conquistare gli approdi, dove sarebbero giunti via mare dai porti di Pireo e Salonicco altri 6000 uomini con l’equipaggiamento pesante, trasportati da piccoli piroscafi e pescherecci greci requisiti.
Il compito di guidare questi convogli fu assegnato alla Regia Marina, mentre la scorta era fornita dalla Luftwaffe.
Il primo convoglio formato da 21 imbarcazioni con a bordo 2300 soldati tedeschi, partì dal Pireo il giorno 19 maggio 1941, alla sua guida fu assegnata la torpediniera “Sirio”, che a causa di un’avaria ad una delle eliche dovette rientrare assieme a 7 caicchi anche essi con avarie.
Al suo posto fu inviata la torpediniera “Curtarone”, che purtroppo urtò una mina nel golfo di Atene che ne causò l’affondamento. Fu allora inviata dall’isola di Milo la torpediniera “Lupo” (2) al comando del capitano di fregata Francesco Mimbelli (3), che raggiunse il convoglio nelle prime ore del 21 a circa 50 miglia da Creta, messo in formazione il convoglio, iniziò la navigazione verso l’isola.
A questo punto iniziarono ad arrivare una serie di messaggi contraddittori, i messaggi erano dovuti alla presenza di due gruppi d’incrociatori con i relativi cacciatorpediniere di scorta della Royal Navy, inviati su precisi ordini di Churchill, per impedire l’arrivo dei rifornimenti ai tedeschi.
Il primo messaggio ordinò al convoglio di fermarsi ed attendere disposizioni, un secondo, prevedeva il rientro immediato all’isola di Milo, mentre l’ultimo emanato alle ore 11.00 ordinava di dirigere a tutta velocità verso Creta.
Alle 23.33 del 21 maggio, mentre il convoglio si trovava a 5 miglia da Capo Spada (punta nordoccidentale dell’isola di Creta), dal “Lupo” fu avvistato a dritta un cacciatorpediniere ad una distanza di 1200/1500m, si trattava dello “Janus”, il comandante Mimbelli, ignorando la disparità d’armamento, ordinò di lanciare due siluri, che furono evitati di misura dal caccia, che avvistato il convoglio aveva iniziato ad invertire la rotta per ritirarsi verso gli incrociatori leggeri “Dido”, “Ajax” ed “Orion”.
Intanto il “Lupo” aveva iniziato a risalire il convoglio stendendo a sua protezione una cortina fumogena, alle 22.35 fu avvistato l’incrociatore “Dido” che subito aprì il fuoco contro la torpediniera italiana a cui presto, si associarono le altre unità. Il lupo lanciò gli ultimi due siluri contro il “Dido” ad una distanza di 700 metri, ma a causa di una sovrastima della velocità lo mancarono, ma esplodendo provocarono lievi danni all’opera viva dell’Orion.
Il “Lupo” accostò a sinistra e si portò in mezzo alla formazione avversaria, sparando con i pezzi da 100mm e le armi antiaeree, scampò alla collisione con il secondo incrociatore, che le passò a pochi metri dalla poppa. Il combattimento degenerò in una mischia, dove gli incrociatori inglesi si colpirono a vicenda, le mitragliere antiaeree del “Dido”, colpirono l’Orion, causandogli modesti danni e 2 morti e nove feriti.
Da parte sua il “Lupo” approfittò della confusione per allontanarsi nel buio, dopo aver ricevuto a bordo 18 colpi di grosso calibro, per fortuna solo tre esplosero, degli altri, alcuni, data la vicinanza dello scontro, perforarono la nave da parte a parte, altri non esplosero perché difettosi, ed un imprecisato numero di colpi da 40mm, che causarono la morte del sottocapo furiere Orazio Indelicato e del cannoniere Niccolò Moccole ed il ferimento di altri 26 marinai. Riorganizzatasi la formazione inglese, si mise alla ricerca del convoglio che grazie all’azione del “Lupo” aveva potuto disperdersi, riuscendo comunque ad affondare alcuni pescherecci.
Durante lo scontro gli inglesi consumarono circa due terzi del loro munizionamento, cosa che li mise in grosse difficoltà il giorno seguente, quando furono attaccati dalla Luftwaffe e dalla Regia Aereonautica. Nonostante l’ordine di rientro immediato, il “Lupo” nella mattinata stazionò sul luogo dello scontro per salvare i naufraghi tedeschi.
L’azione valse la Medaglia d’Argento alla bandiera della nave. La torpediniera continuò il suo compito di scorta convogli sino al 30 novembre 1942, quando fu affondata da una formazione di 4 cacciatorpediniere inglesi, mentre era intenta al recupero dei naufraghi del piroscafo “Veloce”.
Il suo relitto è stato individuato nel 2011 a 130 metri di profondità nel golfo di Gabes. Nel pomeriggio del giorno 20 maggio, la torpediniera Sagittario (2), al comando del tenente di vascello Giuseppe Cigala Fulgosi (3), uscì dal Pireo con una parte di un convoglio di 38 imbarcazioni cariche di 4000 soldati tedeschi con i relativi equipaggiamenti ed una piccola nave ospedale.
Alle 17.15 la nave si ancorò al largo di Laurion, dove attese l’arrivo della seconda parte del convoglio proveniente da Megara, una volta riunito il convoglio, il Sagittario salpò facendo rotta verso l’isola di Milo, durante la notte il convoglio si disperse, così nelle prime ore del mattino la torpediniera dovette tornare indietro per recuperare le imbarcazioni smarrite, verso le 12.00 il convoglio riunito riuscì a dar fondo presso la costa meridionale di Milo, nel primo pomeriggio giunse l’ordine di fermarsi a Milo sino alla notte. Alle 2.30 del 22 il convoglio riprese il mare, ma alle 7.30 giunse l’ordine di invertire la rotta e tornare a Milo.
Alle ore 8.35 venne avvistato un fuoco antiaereo in lontananza, il comandante Cigala Fulgosi ordinò il posto di combattimento e portò il “Sagittario” dal lato del convoglio verso il fuoco antiaereo. Alle 8.47 le navi furono identificate come 4 incrociatori britannici “Naiad”, “Perth”, “Calcutta” e “Carlisle” accompagnate da tre caccia, il “Sagittario” iniziò l’emissione di una cortina di fumo e si diresse verso est, al fine di farsi inseguire dalle navi nemiche e distoglierle dal convoglio, alla distanza di 12500m gli inglesi aprirono il fuoco, nonostante i colpi cadessero nelle vicinanze della nave, nessuno andò a segno, alla distanza di 12000m il “Sagittario” iniziò a rispondere al fuoco con i suoi pezzi da 100mm alle 9.06 lanciò due siluri verso il secondo incrociatore, e furono viste levarsi due colonne di acqua al centro della nave, seguite da fumo, (l’osservazione delle colonne d’acqua fu confermata da ufficiali tedeschi e da persone imbarcate su un motoveliero) ma dai resoconti inglesi, non risultarono danneggiate unità ad opera di siluri, ma solo da bombe di aereo.
Dato che la manovra di farsi inseguire non sortiva risultati il “Sagittario” invertì la rotta e si frappose fra gli inglesi ed il convoglio. Alle 9.23 gli inglesi, non sapendo cosa si nascondeva dietro la cortina fumogena e per paura degli attacchi aerei, invertirono la rotta e si allontanarono, solo il cacciatorpediniere “Kingston” continuava ad attaccare la piccola torpediniera, ma venne da questa centrato con due colpi uno in plancia e uno al fumaiolo.
Alle 9.49 giunsero nel cielo dello scontro gli Stuka tedeschi, che attaccarono le navi inglesi, alcuni di questi, si diressero sul “Sagittario” e nonostante questo non aprisse il fuoco, la attaccarono, la nave fu sottoposta a ben cinque attacchi fortunatamente senza essere colpita prima di essere riconosciuta come nave amica.
Per tutto il resto della guerra il “Sagittario” continuò le sue
missioni di scorta, ed alla fine passò alla Marina Militare, dove continuò a
svolgere compiti addestrativi, fino alla sua radiazione il 1 ottobre 1964».
Note:
(1) Virginio Trucco è
nato a Roma, ha frequentato l’Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”,
conseguendo il Diploma di Aspirante al comando di navi della Marina Mercantile.
Nel 1979, frequenta il corso AUC (Allievo Ufficiale di Complemento) presso
l’Accademia Navale di Livorno, prestando servizio come Ufficiale dal 1979 al
1981. Dal 1981 è dipendente di Trenitalia S.p.A. Lo storico navale Virginio
Trucco è membro dell’Associazione Culturale BETASOM (www.betasom.it).
(2) Caratteristiche
delle torpediniere classe Spica: dislocamento standard 670t, lunghezza ft
81.42m, larghezza 7.92m, immersione 2.96m velocità 34 nodi, autonomia 1910
miglia a 15 nodi, equipaggio 6 ufficiali e 110 fra sottufficiali e comuni,
armamento: 3 Pezzi da 100/47 OTO mod. 1937, 8 mitragliatrici da 13.2mm Breda
mod.31, 4 tubi lanciasiluri, 2 scaricabombe di profondità, possibilità di
trasporto e posa di 20 mine. I nomi Lupo e Sagittario furono assegnati dalla
Marina Militare a 2 Fregate costruite alla fine degli anni ‘70
(3) Entrambi i
comandanti furono decorati con la medaglia d’oro al valor militare, e i loro
nomi sono attualmente portati da un cacciatorpediniere classe Ammiraglia
(Mimbelli) e da una NUMC classe comandanti (Cigala Fulgosi).
Testi consultati da
Virginio Trucco: Grandi battaglie del XX secolo, Curcio Editore di Arrigo
Petacco. Storia della Marina Fabbri Editori. Le battaglie navali del
Mediterraneo nella Seconda Guerra Mondiale, Mondadori di Arrigo Petacco. Uno
contro sei, Mursia Editore, Vero Roberti. Navi e Marinai d’Italia.
Foto di copertina: Torpediniera “Lupo”, da Wikipedia
Foto a corredo dell'articolo: Torpediniera “Sagittario”, da Wihipedia.
Giuseppe Longo
Nessun commento:
Posta un commento