Cefalunews, 20 settembre 2016
Il 20 settembre di settantacinque anni fa la componente subacquea italiana dei mezzi d’assalto, portava a termine l’operazione Baia di Gibilterra 4 (B.G. 4) ovvero l’attacco alla base navale militare britannica.
Nonostante la cospicua presenza di motovedette inglesi in
rada, l’incursione della “Decima”, mediante gli speciali mezzi di assalto: i
siluri a lenta corsa (S.L.C.), comunemente noti col nome di “Maiali”, poté
considerarsi parzialmente riuscita.
In realtà i tre equipaggi di incursori, erano giunti a circa cinquanta metri dalle ostruzioni del porto militare inglese, e avendo notato una rilevante presenza di motovedette di vigilanza, modificarono seduta stante il loro piano d’attacco.
Questi speciali
mezzi subacquei, denominati con la sigla, S.L.C. 140, S.L.C. 210 e S.L.C. 220,
con a bordo, le coppie di operatori, rispettivamente: (Decio Catalano - Giuseppe Giannoni) (Amedeo Vesco - Antonio Zozzoli) (Licio Visentini - Giovanni
Magro), riuscirono ad affondare, prima di rientrare indenni in patria, tre
unità nemiche: due navi cisterna e una motonave.
Gli incursori con i loro mezzi
d’assalto erano stati trasportati dal sommergibile avvicinatore “Scirè”, al
comando del Capitano di Corvetta, Junio Valerio Borghese, e lasciati
fuoriuscire al centro della baia di Algeciras, nel sud della Spagna, non molto
distante dal porto di Gibilterra, per poi raggiungere il punto di attacco. Come
per le altre operazioni di sabotaggio anche nella (B.G.4) gli operatori erano
muniti di respiratori subacquei autonomi e avevano il compito di collocare la
testa esplosiva del “Maiale” sotto gli scafi delle navi ormeggiate.
La strategica base navale di
Gibilterra, sede nel 1940 della forza navale britannica (Forza H), e nel 1942
sede del quartier generale delle operazioni alleate per lo sbarco in Africa
settentrionale, fu violata dai mezzi d’assalto della Regia Marina per ben 9
volte, e sporadicamente presa di mira anche dagli aerei della Regia
Aeronautica.
Abbiamo chiesto allo storico navale
Virginio Trucco (1) di parlarci dell’impresa di Gibilterra del 20 settembre
1941, che sancì il primo successo dei mezzi d’assalto subacquei italiani
durante il secondo conflitto mondiale.
«75 anni fa la componente subacquea dei mezzi d’assalto della Regia
Marina coglieva il primo successo a Gibilterra. Subito dopo la dichiarazione di
guerra, gli operatori dei mezzi subacquei della Regia Marina iniziarono le loro
missioni contro i porti nemici, anche se i mezzi erano ancora in fase di
sperimentazione. La prima missione fu programmata nell’agosto del 1940 contro
Alessandria d’Egitto, purtroppo il sommergibile “Iride” che fungeva da mezzo
avvicinatore fu affondato da aerosiluranti inglesi.
Si riprovò in settembre ma anche questa volta il sommergibile
“Gondar” fu scoperto a circa 100 mg dall’obiettivo e costretto ad auto
affondarsi.
Sempre nel mese di settembre si tentò il primo attacco a
Gibilterra, tramite il sommergibile “Scirè” al comando del c.c. Junio Valerio
Borghese, ma in prossimità dell’obiettivo la missione fu annullata per la
mancanza di navi nemiche nel porto. Una nuova missione fu programmata per
ottobre, il sommergibile “Scirè” entrò nella rada di Gibilterra la notte fra il
28 ed il 29, rilasciando gli S.L.C. , purtroppo tutti e tre i mezzi andarono in
avaria, il mezzo della coppia formata dal t.v. Gino Birindelli e il 2° capo
pal. Damos Paccagnini, arrivò in prossimità della corazzata “Barham”, ma la
probabile rottura della trasmissione del mezzo, li fermò a circa 100m dalla
nave, Paccagnini a causa di un difetto dell’autorespiratore fu costretto ad
emergere, mentre Birindelli trascinò il mezzo fino a circa 30m dalla nave, poi
spossato dallo sforzo emerse, entrambi furono catturati.
L’esplosione del mezzo nella vicinanze della nave non gli
procurò danni e permise agli inglesi di recuperare parte del mezzo. Gli altri 4
operatori, fra cui il cap.GN Teseo Tesei e il s.t.v. Luigi Durand de la Penne
riuscirono a raggiungere la costa spagnola a nuoto e furono rimpatriati.
Le continue avarie ai mezzi costrinsero ad uno stop delle
missioni per cercare di rimediare alle medesime. Intanto, gli inglesi,
iniziarono a prendere dei provvedimenti a protezione delle loro basi, anche se
non avevano ben chiaro di cosa si trattasse, erano in possesso di alcune foto
del “Gondar” in affondamento, un mezzo semidistrutto e due operatori, capirono
che la minaccia era subacquea ed iniziarono a far pattugliare i porti da
motobarche che ad intervalli scaricavano piccole cariche esplosive in acqua.
Una nuova missione venne tentata nel maggio del 1941, questa
volta, però, al fine di risparmiare il lungo viaggio agli operatori, si decise
di inviarli a Cadice dove si trovava la cisterna “Fulgor”, internata
dall’entrata in guerra. Dopo aver forzato lo stretto di Gibilterra, lo “Scirè”
la notte del 24 si affiancò alla cisterna e prese a bordo gli operatori dei
mezzi, ma non riuscì a raggiungere la baia di Algeciras in tempo utile,
trascorsa la giornata sul fondo, la notte del 26 emerse per rilasciare gli
incursori, uno dei tre Maiali, non riuscì a partire per un guasto al motore,
mentre gli altri due affondarono in prossimità degli obiettivi, tutti gli operatori
raggiunsero la costa spagnola e furono rimpatriati.
Il 18 settembre lo “Scirè” si affiancò di nuovo alla
“Fulgor”, imbarcò gli operatori e li lasciò nella baia di Algeciras nelle
primissime ore del 20, i bersagli designati erano le corazzate e la portaerei
alla fonda nel porto militare, ma la stretta sorveglianza da parte inglese
costrinse gli equipaggi ad attaccare le navi nella rada.
La coppia formata dal t.v. Amedeo Vesco e dal sc. Pal.
Antonio Zozzoli, attaccò la petroliera “Fiona Shell” (2444 tsl) che fu spaccata
in due dalla carica, il tv Decio Catalano ed il sc. pal. Giuseppe Giannoni
attaccarono la motonave “Durham” (10900 tsl) alla quale l’esplosione provocò
una grave falla e fu salvata dall’affondamento portandola ad incagliarsi, il tv
Licio Visintini ed il sc.pal. Giovanno Magro minarono la cisterna militare
“Derbydale” (8145 tsl) che rimase gravemente danneggiata.
Con il successo di questa missione, era stata raggiunta la
maturità degli S.L.C., ad essa seguirono i successi di Alessandria e Gibilterra».
Caratteristiche dei
mezzi utilizzati nella missione:
S.L.C. (Maiale):
Lunghezza: 7.30m, propulsione: motore elettrico da 1.6HP, armamento
carica esplosiva di circa 300Kg, Velocità massima: 3 nodi, autonomia 15 mn a
2.50 nodi, equipaggio: 2 uomini.
Sommergibile “Scirè”:
Sommergibile serie 600 (59 unità) classe Adua, costruito nel
cantiere OTO-Muggiano La Spezia, varato il 6 gennaio 1938 entrato in servizio
il 25 aprile 1938. Dislocamento: in superficie 697 T, in immersione 856.
Lunghezza ft 60.18, larghezza 6.45, immersione 4.66, profondità di collaudo
80m, propulsione. 2 motori diesel Fiat da 1500HP e 2 motori elettrici Magneti
Marelli da 800HP, velocità in superficie 14 nodi in immersione 7.5 nodi,
autonomia in superficie 3180mn a 10 nodi in immersione 74mn a 4 nodi,
equipaggio 4 ufficiali e 44 sottufficiali e comuni, armamento 6 tubi
lanciasiluri (4 a prora e 2 a poppa) 1 cannone da 100/47 2 mitragliere da
13.2mm, tre cilindri per il trasporto di S.L.C.
Fu affondato il 10/08/1942 dalla corvetta inglese “Islay” davanti
al porto di Haifa, mentre si apprestava a forzarne il porto.
(1) Virginio Trucco è nato a Roma, ha frequentato l’Istituto Tecnico
Nautico “Marcantonio Colonna”, conseguendo il Diploma di Aspirante al comando
di navi della Marina Mercantile. Nel 1979, frequenta il corso AUC (Allievo
Ufficiale di Complemento) presso l’Accademia Navale di Livorno, prestando
servizio come Ufficiale dal 1979 al 1981. Dal 1981 è dipendente di Trenitalia
S.p.A. Lo storico navale Virginio Trucco è membro dell’Associazione Culturale
BETASOM (www.betasom.it).
Testi consultati da
Virginio Trucco: I mezzi d’assalto Italiani 1940-1945 parte
1^, Storia Militare Dossier n°22, Erminio Bagnasco. Navi e Marinai d’Italia.
All’ultimo quarto di luna, Mursia Editore, Luigi Romersa. Uomini rana, editori
Baldini & Castoldi di T.J. Waldron e J. Gleeson.
Foto di copertina: sommergibile “Scirè”, tratta dalla rivista italiana Difesa n° 11 - novembre 1992 A cinquant’anni dalla perdita del Smg. Scirè di Mario Cecon (da www.naviearmatori.net).
Giuseppe Longo
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