venerdì 31 maggio 2024

Cento anni fa veniva presentato alla famiglia reale il Carro FIAT 2000 - Il sogno di ricostruire il primissimo carro armato italiano è diventato realtà

Cefalunews, 30 dicembre 2019

Il 2 aprile 1919 allo stadio Flaminio di Roma veniva presentato al re Vittorio Emanuele III di Savoia e alle autorità militari, il carro pesante FIAT 2000. L’esibizione dimostrativa dinamica di questa imponente macchina da guerra che in quell’occasione adottò i colori mimetici (al seguito di alcuni mezzi blindati su ruote, al carro Renault 17 mitragliatrice e a un carro Renault 17 con obice da 105 mm.), fu organizzata dai vertici dello Stato Maggiore per far conoscere all’opinione pubblica le potenzialità di questa nuova arma.

Infatti, come per i nuovi armamenti di quell’epoca, anche i carri armati furono fondamentalmente impiegati per sostenere la fanteria sia nell’attacco sia in difesa. Pertanto, il compito del carro fu essenzialmente d’ausilio alla fanteria la quale si avvalse di un’ulteriore maggiore potenza di fuoco. Infatti, nella battaglia di Cambrai (20 novembre - 3 dicembre 1917), il carro armato sfruttando la sua invulnerabilità, non solo fu utilizzato in ausilio della fanteria per abbattere i capisaldi nemici, distruggere le postazioni di armi automatiche e difendere i fianchi dell’attacco; ma anche per la controffensiva, grazie alla netta superiorità di fuoco e soprattutto per la robusta blindatura che rendeva sicura l’inviolabilità dei militari a bordo del mezzo cingolato.

Tuttavia, anche se l’Italia fu una delle prime nazioni a sperimentare un blindato ruotato munito di mitragliatrici, nel corso della Grande Guerra non utilizzò i suoi carri armati nei campi di battaglia poiché la proposta di costruzione arrivò troppo tardi all’esercito e di conseguenza non entrò mai nella catena di produzione.


Sappiamo che nel 1916 lo Stato Maggiore Italiano intraprese relazioni con il governo francese per acquisire un carro Schneider, allo scopo di poterlo adeguatamente studiare e condurvi su di esso verifiche attitudinali. Infatti, l’anno seguente questo primo corazzato di produzione francese fece la sua prima comparsa a Tricesimo in Friuli-Venezia Giulia. In questa località, sotto l’attenta supervisione del Capitano Alfredo Bennicelli (1) furono condotte alcune prove di sperimentazione che furono superate egregiamente.


L’esito positivo dei test di valutazione spinse il nostro governo a chiedere alla Francia altri esemplari; però al diniego dei transalpini il nostro Paese si avviò a intraprendere la costruzione di un carro armato tutto italiano. In realtà fu la Fiat che nel 1916 negli stabilimenti di Torino, di propria iniziativa, intraprese lo studio progettuale di un carro denominato Fiat 2000, che fu prodotto in soli 2 esemplari che furono ultimati e consegnati nel 1918.


Il mastodontico cingolato non fu impiegato durante le fasi conclusive della Prima Guerra Mondiale, tuttavia, dopo il 4 novembre l’esercito era già in possesso oltre dei due carri Fiat 2000, anche di un carro Schneider e 27 carri armati Renault 17, questi ultimi concessi dalla Francia dopo molte insistenze del nostro Governo.

 

Nel dicembre del 1918 fu costituito a Torino, il primo vero e proprio reparto di carri armati nella storia del carrismo: la “1a Batteria Autonoma Carri d’assalto” che in seno all’Arma di Artiglieria era ordinata su 2 sezioni di 4 carri ciascuna, un Fiat 2000 e tre Renault 17.


Nel 1919 la 1a Batteria Autonoma Carri d’Assalto fu inviata in Tripolitania (una delle due colonie italiane in terra libica) per contrastare gli arabi ribelli. Nell’operazione partecipò anche il Fiat 2000, e lì vi rimase anche dopo il rientro in Italia dei militari.

 

Il Carro Fiat 2000 rimase ancora in attività nel Regio Esercito sino al 1934, però di quest’ultimo, capostipite dei carri armati italiani, sfortunatamente se ne persero le tracce, verosimilmente demolito e venduto come ferro vecchio.

 

Oggi rimangono solo delle foto con una preziosa e unica fedele ricostruzione in scala realizzata sempre nel 1917 dalla ditta Quarello proprio per conto della Fiat, un vero e proprio prototipo in miniatura. Nel 2017 il modello è stato acquistato da un socio del raggruppamento SPA che lo ha restaurato ed esposto per la prima volta sempre nel 2017 a Pordenone. L’associazione “Raggruppamento SPA” ha aderito al “Comitato Costruzione Replica Carro Armato Fiat 2000 (1918-2018)”, che persegue il progetto di realizzare una copia fedele dello storico carro”.


Il 1° marzo 2018 è stato creato un comitato di volontari per la costruzione di una replica in scala esatta e funzionante del Fiat 2000. Dal giugno 2017 all’ottobre 2018 gli sforzi si sono concentrati nella ricostruzione del progetto integrale del carro (data la mancanza di materiale originario, scomparso da tempo); il 15 novembre 2018, terminata la parte progettuale, la costruzione è cominciata a Montecchio Maggiore a cura dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia e dell’Associazione “Cultori della Storia delle Forze Armate”, insieme all’Associazione culturale “Raggruppamento SPA”. Una volta terminata, la replica sarà esposta e visitabile al Museo delle Forze Armate 1914-1945 di Montecchio Maggiore (VI).


Abbiamo chiesto al Cap. (cong) Mauro Somigli, Presidente dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia, Sezione di Firenze “M.O.V.M. Carlo Chimenti”, di parlarci della riprogettazione filologica e della ricostruzione “ex novo” di una replica “tale e quale” del carro Fiat 2000, nonché delle sue caratteristiche tecniche.

 

«In tema di rievocazione storica e di divulgazione e affermazione della cultura tecnica della Specialità Carristi, la Presidenza Nazionale ha svolto un rilevante ruolo di supporto e di indirizzo a favore del Progetto “Costruzione replica del carro armato FIAT 2000”, ideato e intrapreso con coraggio e determinazione dalle Sezioni A.N.C.I. di Firenze e Zeccone e la cui realizzazione è sostenuta da donazioni liberali da parte di moltissimi comuni cittadini (anche dall’estero), simpatizzanti e da molti soci benemeriti della nostra Associazione. 


Alle Sezioni di Firenze e di Zeccone va riconosciuto di aver messo in campo un formidabile apparato tecnico-professionale e organizzativo. Attraverso l’opera meritoria e incessante dei loro soci che con incondizionata passione hanno dedicato gran parte il loro tempo e delle loro energie, è stato possibile non soltanto elaborare e perfezionare la ricerca documentale e la riprogettazione tecnica del primo carro armato italiano, ma anche organizzare in modo impeccabile l’intera operazione. 


La Presidenza Nazionale ha vinto lo scetticismo e l’incredulità con cui molti di noi avevano inizialmente accolto il progetto quando esso fu presentato al congresso nazionale svoltosi a Pordenone nell’ottobre 2016 ed ha sposato con entusiasmo quello che oggi rappresenta il più complesso e più ambizioso progetto mai intrapreso dalla nostra Associazione. 


Il buon esito di questa autentica impresa è reso possibile anche grazie al decisivo concorso offerto dall’Associazione culturale “Raggruppamento SPA” di San Marino e dall’Associazione “Cultori della Storia” di Montecchio Maggiore. È grazie a tutto ciò se oggi possiamo dire che i lavori saranno conclusi entro la prima metà del 2020, come hanno potuto appurare le molte persone che hanno già visitato il cantiere dove si fabbrica la replica esatta del primissimo carro armato italiano.


Il Fiat 2000 Mod. 17 era un carro armato pesante costruito in Italia e adottato dal Regio Esercito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. Il progetto fu iniziato dalla Fiat nel 1916 e venne prodotto in due soli esemplari, consegnati nel 1918. La data del primo collaudo prototipo fu il 1917, mentre la data di ritiro dal servizio fu il 1934.

 

Di seguito elenco le caratteristiche tecniche del carro pesante Fiat 2000».

 

Caratteristiche

Peso: t 38,78

Rapporto potenza/peso: (HP/t) 6,4

Lunghezza: m 7,40

Larghezza: m 3,20

Altezza: m 3,80

Luce libera: m 0,54

Protezione: mm 20-15

Motore tipo: Fiat A-12

Potenza: HP/giri 250/1400

Cilindrata: (160 x 180) cmc 21200

Cambio: (con riduttore) numero marce 4 (8) + 2 R.M.

Velocità massima: km/h 7,5

Autonomia: km 75

Equipaggio: uomini 10

Armamento: cannone 1 x 65 mm mitragliatrici 7 x 6,5 mm

Note

(1) Il Capitano Alfredo Bennicelli per ordine del Ministro della Guerra, il Tenente Generale Vittorio Zuppelli si era recato nelle Fiandre come osservatore, per visionare i carri armati adottati dagli eserciti franco-inglesi. Il Conte Alfredo Bennicelli (Roma il 19 febbraio 1879 - 20 Maggio 1960), Ufficiale di Complemento di prima nomina nel 13° Reggimento di Artiglieria procedette nella carriera militare fino al grado di Generale di Brigata ed in quella politica fino alla dignità di Senatore del Regno. È considerato - idealmente - il “fondatore” dei Carristi italiani.

 

Bibliografia


Giuseppe Longo “Carro FIAT 2000, il gigante perduto. A cento anni dalla sua costruzione (1918-2018)” Cefalunews.org

 

Maurizio Parri “Tracce di cingolo, compendio generale di storia dei carristi 1917-2009

 

Nicola Pignato “Storia dei mezzi corazzati

 

Foto di copertina: Il Re Vittorio Emanuele III di Savoia visiona il Carro FIAT 2000

 

Foto a corredo dell’articolo: per gentile concessione dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia.

Eventi del FIAT 2000 dal 2 aprile del 1919 in poi.

Eventi del FIAT 2000 dal 2 aprile del 1919 in poi. Da sinistra: FIAT 3000, Renault FT Modèle 1917, carro Schneider e FIAT 2000.

Info: www.fiat2000.com

Giuseppe Longo

https://cefalunews.org/

Carro FIAT 2000, il gigante perduto. A cento anni dalla sua costruzione (1918-2018)

Cefalunews, 20 dicembre 2018

Esattamente cento anni fa, in Italia, veniva costruito il primo carro armato pesante denominato FIAT 2000. Tuttavia, sin dal 1916 la grande casa torinese produttrice di automobili, aveva già avviato uno studio progettuale del nuovo mezzo cingolato, basandosi su alcune informazioni pervenutegli, tramite gli alti vertici militari. Tali informative riguardavano alcune immagini fotografiche del prototipo del carro d’assalto britannico “Little Willie”, a buon diritto considerato dagli storici militari, l’antenato di tutti i veicoli corazzati da combattimento. 

Il progetto italiano doveva essere realizzato in tempi relativamente brevi, per far fronte a un doloroso e difficile problema che si era creato nei campi di battaglia, ossia, l’estenuante guerra di trincea con il conseguente blocco delle operazioni. Infatti, l’impiego del carro armato, insieme all’utilizzo delle armi chimiche e della mitragliatrice, quest’ultima, considerata la Regina incontrastata della Grande Guerra, avrebbe dovuto sbaragliare il nemico snidandolo dalle linee trincerate.

In realtà, per opera di due esperti e valenti progettisti, l’avv. Carlo Cavalli e l’ing. Giulio Cesare Cappa, si riuscì creare nel 1917, un prototipo di carro che fu presentato alle autorità militari il 21 giugno dello stesso anno e impiegato per le prove dal collaudatore FIAT, Antonio Fagnano. Il telaio-prototipo sperimentale che venne esibito in quel lontano giovedì del ‘17 era già fornito della parte meccanica definitiva. 

Però, in seguito, il modello fu provvisto di armamento e corazzatura e fu ulteriormente collaudato sul campo, nei pressi di Torino. Tra il 1918 e il 1919, sempre gli stessi progettisti curarono la realizzazione di due soli esemplari FIAT 2000. 

Il nuovo mezzo da combattimento fu adottato dal Regio Esercito durante la Prima Guerra Mondiale ma, entrambi i cingolati non furono mai impiegati in linea. 

Dalla fine del conflitto il Regio Esercito italiano deteneva nei suoi arsenali oltre ai due Carri FIAT 2000, anche un carro Schneider CA1, sette carri Renault FT Modèle 1917 e circa 120 autoblindate. 

Nel dopoguerra, esattamente nel 1919, tutti e due carri armati (purtroppo non esistono fotografie che ritraggano insieme i due esemplari), furono assegnati presso la neo costituita “1Batteria Autonoma Carri d’Assalto” con sede a Torino. 

Sempre nello stesso anno, nell’ambito delle attività di contrasto alla guerriglia, uno dei due carri pesanti fu inviato in Libia, nei pressi di Misurata, congiuntamente a tre carri Renault FT. Il 2 aprile del 1919 allo stadio Flaminio di Roma il carro “gemello” FIAT 2000, che nel frattempo era rimasto in Italia, fu presentato al Re e alle autorità militari, in occasione dell’esibizione dimostrativa dinamica. In quella circostanza il carro fu riverniciato con i colori mimetici.

Circa la sorte del carro inviato in Libia, che fu impiegato in un ruolo totalmente diverso da quello per il quale era stato concepito, non si ebbero più notizie, se ne persero le tracce e pertanto non tornò più in patria. L’altro esemplare, secondo quanto ci riferiscono le testimonianze oculari, nel 1923 fu custodito nella caserma romana di via Marsala a scopo di propaganda. In seguito, nel settembre del 1927 il carro fu trasferito nella sede del forte Tiburtina. 

Il 3 settembre 1934 il Carro FIAT 2000 venne esposto, ai Parioli, in occasione del Campo Dux, in quell’occasione fu mostrato con la livrea grigioverde e con le due mitragliatrici anteriori sostituite da cannoni Vickers-Terni 37/40; e sempre nel 1934 fu posto a Bologna nella Caserma “Mazzoni”. Infine, nel 1936 il carro FIAT 2000 che ricordiamo era rimasto l’unico esemplare sopravvissuto, fu custodito presso il 3o Reggimento carristi, di Bologna, insieme alle altre preziose testimonianze storiche primordiali del carrismo italiano: il carro corazzato Schneider CA1 e il carro armato leggero Renault FT17, mezzi cingolati, arrivati in Italia poiché fortemente voluti dal Capitano Alfredo Bennicelli. Chiaramente il carro FIAT 2000, fu un vero unicum, difatti, anche se si rivelò un mezzo blindato con un peso sproporzionato, circa 40 tonnellate e avente una velocità di circolazione lenta, nello stesso tempo fornì tecnicamente, prove peculiari e innovative. 

In realtà, grazie all’ingegno dei progettisti, si riuscì a concepire il primo carro provvisto di un obice montato in una torretta rotante a giro d’orizzonte, e si ebbe per la prima volta in assoluto, un carro munito di corazza, la più spessa tra i carri di allora in circolazione.

Inoltre, il carro pesante fu dotato del vano di combattimento diviso dal vano motore, e fu capace di superare gli ostacoli verticali, grazie alla speciale forma dei suoi cingoli. Questo mezzo dalla struttura alquanto voluminosa, restò ufficialmente in servizio nel Regio Esercito sino al 1934. Ciò nonostante, dei due mezzi cingolati, veri e propri capostipiti dei carri armati italiani, sfortunatamente se ne persero le tracce, probabilmente demoliti e venduti come ferro vecchio, finanche i progetti originali, furono perduti irrimediabilmente. 

La loro memoria ci viene solamente tramandata, da una dozzina di foto d’epoca; dalle foto del ciclo progettuale, peraltro di scarsa qualità e dal Modello “Quarello” (dal nome del laboratorio artigianale di ebanisteria che lo realizzò su richiesta della FIAT). Esso, in scala 1/5 è stato fortunosamente ritrovato e recuperato nel 2017 sul mercato antiquario che lo aveva messo in vendita nel 2013. 

«Nel centenario della nascita del Carro Armato italiano, è nato un Comitato che intende procedere alla riprogettazione inversa e alla costruzione “ex novo” di una replica “tale e quale” del Carro Armato Fiat 2000, che per la sua epoca fu il più grande e potente Carro Armato realizzato a livello mondiale. Il Comitato per la Costruzione della Replica del Fiat 2000 e’ costituito da persone che offrono la loro opera gratuitamente e finanzia il progetto con le donazioni. Il Comitato è composto da appassionati di Storia Militare, nella fattispecie di Carri Armati, che ha deciso di ricostruire il Fiat 2000, ovvero il Primo Carro Armato Italiano realizzato nel 1918 dalla FIAT. Il gruppo vanta dell’apporto di Tecnici ed Ingegneri di prim’ordine che, gratuitamente, stanno compiendo un’opera di Reverse Engenering, riprogettando da capo il Carro Armato». 

L’avvio del cantiere per la costruzione della replica di questo carro è previsto secondo quanto ci riferiscono i responsabili del Comitato Tecnico, per gli inizi del 2019. 

L’iniziativa è copatrocinata da diverse Associazioni d’Arma:

Associazione Nazionale Carristi d’Italia 

Associazione Nazionale Ufficiali Tecnici dell’Esercito Italiano 

Associazione Nazionale Arma di Cavalleria 

Associazione Nazionale Autieri d’Italia 

Unione Nazionale Ufficiali  in Congedo d’Italia 

Associazione Lagunari Truppe Anfibie 

Granatieri di Sardegna 

Inoltre fanno parte del Comitato:

Associazione Raggruppamento SPA 

Associazione Cultori della Storiadelle Forze Armate 

Il Comitato opera sotto l’ombrello legale e fiscale della sezione di Firenze dell’Assocarri

Foto a corredo dell’articolo: Esemplare  FIAT 2000. Stadio Flaminio di Roma 1919. Per gentile concessione del Comitato Tecnico costruzione replica Carro FIAT 2000.

Giuseppe Longo 

https://cefalunews.org/