venerdì 17 ottobre 2014

martedì 5 agosto 2014

Cento anni fa l'invasione del Belgio

Soldati lussemburghesi

 
Truppe belghe in azione nel 1914

 
Alberto I del Belgio

 
Erich Ludendorff



 
La Grande Berta, uno dei mortai utilizzati nel bombardamento dei forti di Liegi




 

lunedì 28 luglio 2014

“Prima Guerra Mondiale - scena prima. Balcani - Galizia: 100 anni”


Inaugurazione del Museo della Guerra per la pace Diego de Henriquez

Aerofono


100 anni fa la Prima Guerra Mondiale (1914-2014)

La folla applaude la proclamazione di guerra alla Russia annunciata dal Kaiser, Berlino, 1° agosto 1914

Il 28 luglio di cento anni fa con la dichiarazione di guerra dell’Impero Austro - Ungarico alla Serbia, ebbe inizio la Prima Guerra Mondiale (1). Il giorno seguente, attraverso il gioco delle alleanze, la Russia procedette subito a mobilitare i propri militari lungo il confine tedesco. La mobilitazione delle truppe zariste fu interpretata dal governo germanico come un atto di ostilità. Pertanto, la Germania, dopo un ultimatum inviato alla Russia (31 luglio) che imponeva la cessazione dei preparativi militari lungo sue frontiere; non ricevendo nessuna risposta, a ventiquattro ore dall’intimazione, dichiarò a sua volta lo stato di guerra. Sempre lo stesso giorno (1 agosto) la Francia, legata alla Russia in virtù di un’alleanza militare, mobilitò anche il suo esercito; di conseguenza, la Germania replicò con un ultimatum e successivamente con la dichiarazione di guerra alla Francia. L’atto di guerra al governo francese fu comunicato alle ore 18.15 del 3 agosto 1914. Nei giorni a seguire altre nazioni furono coinvolte in questa immane tragedia. Il governo italiano, guidato dal Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia Antonio Salandra si dichiarò neutrale (2) fino al 24 maggio 1915.  Iniziava così la Grande Guerra.

(1) Vedi articolo in questa Testata giornalistica “Verso il 100° anniversario della I Guerra Mondiale”.

(2) “Come sappiamo, la Prima Guerra Mondiale ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia, in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo, e si concluse oltre quattro anni dopo, il giorno 11 novembre 1918. Il governo italiano di Salandra e Giolitti, scelse in un primo tempo di restare neutrale. Ma, dove la politica temporeggiava e trattava con l’Austria (con l’assistenza dell’ambasciatore tedesco in Italia) la improbabile concessione dei territori italiani irredenti, gli italiani che non avevano dimenticato le aspirazioni risorgimentali, si apprestavano a combattere la “quarta guerra d’indipendenza” sotto la bandiera della Legione straniera francese. Le prime operazioni militari del conflitto videro la fulminea avanzata dell'esercito tedesco in Belgio, Lussemburgo e nel nord della Francia, azione fermata però dagli anglo-francesi nel corso della prima battaglia della Marna nel settembre 1914. Il contemporaneo attacco dei russi da est infranse le speranze della Germania che sperava di intraprendere una guerra breve e vittoriosa. Il conflitto degenerò in una logorante guerra di trincea che si replicò su tutti i fronti e perdurò fino al termine delle ostilità. E’ vero che allo scoppio del conflitto, seguito all’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914, l’Italia dichiarò la propria neutralità, ma, moltissimi furono gli italiani che decisero comunque di partecipare alla guerra. Tra questi, a quanto pare, ci sarebbe stato anche un termitano, un certo La Mantia Giuseppe, nato a Termini Imerese il 9 aprile 1892 e deceduto (secondo i registri dell'anagrafe) il 20 maggio 1915. Secondo il canonico Rocco Cusimano, il La Mantia sarebbe morto a causa delle ferite contratte in guerra, così recita l'iscrizione sepolcrale posta al cimitero di Termini Imerese. Ma quale guerra se l’Italia entra in conflitto soltanto il 24 maggio 1915? E quindi, è logico pensare che il La Mantia sia stato un combattente “garibaldino”, cioè uno di quelli che si offrirono volontari (in Francia), per combattere le forze austro-tedesche. Alcune migliaia di questi volontari, ferventi propugnatori dell’epopea garibaldina, si arruolarono fin da subito nelle file dell’esercito francese, tra la legione straniera, l’unico corpo nel quale era loro consentito l’inquadramento. La famiglia Garibaldi, e cioè i figli di Ricciotti Garibaldi, (sette fratelli in parte già coinvolti nelle lotte per la libertà,  guidati dal più grande di loro, Giuseppe detto Peppino), decisero di formare una “Legione garibaldina” che, animata dai sentimenti risorgimentali, portasse a compimento la guerra contro gli odiati eserciti austroungarici. Peppino Garibaldi prese accordi con le autorità francesi, per raccogliere gli italiani in un corpo unico, traendoli anche dalle fila della Legione Straniera. In questo modo, la Legione garibaldina venne costituita, e posta al comando di Peppino Garibaldi che ottenne il grado iniziale di Tenente colonnello. La Legione garibaldina venne equipaggiata ed armata dall’Esercito Francese, che pose alcuni suoi ufficiali, in affiancamento ai comandanti italiani. I volontari vennero inquadrati nella Legione italiana, e, nel dicembre del 1914, inviati al fronte, nella zona delle Argonne dove si fecero grande onore. Erano inquadrati in tre battaglioni, per un totale di 53 ufficiali, 153 sottufficiali e circa 3000 soldati: molti di questi, sotto l’uniforme francese, indossavano la camicia rossa. La Legione garibaldina (nome ufficiale 4e régiment de marche du 1er étranger) è stata un'unità della Legione straniera francese, composta interamente da cittadini italiani, che combatté in Francia nella prima guerra mondiale contro i tedeschi. La Legione italiana fu addestrata in tutta fretta a Montelimar, Nimes e a Mòntboucher e poi trasferita l'11 novembre a Mailly, dove il tenente colonnello Peppino Garibaldi assunse formalmente il comando. Impiegata sul fronte delle Argonne in imprese rischiose e in cruenti assalti alla baionetta, la Legione, il 26 dicembre 1914, combatté una sanguinosa battaglia a Belle Etoile, nei pressi di Bois de Bolante, ed i volontari uscirono vittoriosi. Qui purtroppo perse la vita però un fratello di Peppino, Bruno. La seconda battaglia della Legione, sempre nelle Argonne, fu combattuta il 5 gennaio 1915 a Four-de-Paris, e la formazione di valorosi volontari italiani si fece molto onore ma subì gravi perdite tra cui un altro fratello di Peppino, Costante. Il 6 marzo 1915 la Legione, data la mobilitazione generale in Italia, venne disciolta, e il IV Reggimento di marcia fu ricondotto al deposito di Avignone. Tutti i legionari furono poi rispediti in Italia per combattere contro gli austriaci. Al termine delle operazioni in Francia, la Legione Garibaldina ebbe 300 morti, 400 feriti e un migliaio di ammalati”.

Si ringrazia per le indicazioni documentarie e iconografiche il Generale Mario Piraino

Giuseppe Longo



martedì 28 gennaio 2014

Un’inedita iscrizione della Seconda Guerra Mondiale scoperta a Termini Imerese

bunker di Contrada Scialandro-Tonnarella Termini Imerese (PA) foto di Sergio Monachello
http://www.madonielive.com/index.php/news/load/19566

Le postazioni militari del secondo conflitto mondiale nel distretto di Termini Imerese e la 126ª Compagnia Genio

MadonieLive  7 novembre 2013

A Settant'anni dallo sbarco anglo americano in Sicilia (1943-2013) proseguono le commemorazioni e le segnalazioni di nuovi siti archeologici militari da salvaguardare; queste postazioni costituirono una prima difesa dell’Isola dagli assalti provenienti dal mare, nel corso del secondo conflitto mondiale.

Una Postazione Circolare Monoarma (PCM) con un’unica feritoia, è visibile in contrada Danigarci, a ridosso della strada provinciale che da Trabia collega Ventimiglia di Sicilia. La costruzione militare ricade in un podere privato, e dista dalla città trabiese all’incirca tre chilometri.

La struttura si trova in perfetto stato di conservazione, e rappresenta per il momento (in attesa di una ricerca più approfondita sui bunker ricadenti nelle aree territoriali di Termini Imerese e Trabia) l’unico esemplare esistente dotato di una sola feritoia per bocca da fuoco. Dall’esterno la struttura si presenta ben mimetizzata. 

Il mascheramento che ricopre interamente la camera di combattimento, fu realizzato “rivestendo” la postazione militare con sassi sgrossati. La struttura, realizzata in calcestruzzo e pietra, presenta la tipica configurazione di una PCM: corridoio d’accesso, muro tagliafuoco, riservetta, camera di combattimento, plinto e feritoia.

La postazione di Danigarci, pertanto, congiuntamente al Posto di Blocco Costiero (PBC) situato in prossimità del Castello Lanza di Trabia, e alle PCM delle Contrade “Marche” e “Molinelli” in territorio di Termini Imerese, fa parte della stessa Compagnia Genio.

In realtà, il fregio che contrassegna le quattro postazioni militari predette, è composto di due asce incrociate, sormontate da una granata fiammeggiante con inciso il numero della Compagnia di appartenenza, ossia, la centoventiseiesima

A tal proposito si veda l’articolo dello scrivente «Un’iscrizione militare da salvaguardare nel bunker di contrada Marche a Termini Imerese», sulla testata giornalistica on line “Il Giornale del Mediterraneo”. Le quattro postazioni militari menzionate s’inseriscono nella lista delle fortificazioni militari della Seconda Guerra Mondiale ricadenti nel distretto di Termini Imerese, e censite dallo scrivente.

Ph. Bunker contrada Danigarci, foto di Santo Galbo dell'Associazione Sicilia e Dintorni (Caccamo)

Giuseppe Longo

https://madonielive.com/

1943: gli Alleati a Campofelice di Roccella

Palermo 22 luglio 1943, il Generale Giuseppe Molinero porta al Major General Geoffrey Keyes la capitolazione di Palermo
Palermo 22 luglio 1943, il Generale Giuseppe Molinero e il Major General Geoffrey Keyes arrivano nel piazzale interno di Palazzo dei Normanni sede del Comando Militare italiano

http://www.cefalunews.net/0_2014/news.asp?id=37640
Palermo 22 luglio 1943, il Generale Giuseppe Molinero e il Major General Geoffrey Keyes arrivano nel piazzale interno di Palazzo dei Normanni sede del Comando Militare italiano

http://www.cefalunews.net/0_2014/news.asp?id=37640

 
Palermo 22 luglio 1943, il Generale Giuseppe Molinero e il Major General Geoffrey Keyes arrivano a Palazzo dei Normanni sede del Comando Militare italiano
ITALY. Palermo. July, 1943. General Giuseppe MOLINERO (right), the Italian commanding officer of the city of Palermo con il generale Keyes
 Monreale, on the outskirts of Palermo. July 1943. Civilians greet the arrival American troops.
7 ITALY. A group of German prisoners of war captured by American troops. July 1943
Un Tank Americano che avanza nelle campagne siciliane. Luglio 1943
Un nostro pezzo anticarro che contrasta l’avanzata delle forze angloamericane
Messina, 17 agosto 1943. Il gen. Patton a colloquio con il col. Bernard
il Gen. Bernard Law Montgomery e il Gen. George Smith Patton
ITALY. Sicily. WWII. The German retreat pointed out by a sicilian to Theodore ROOSEVELT (Brigadier general figlio del Presidente americano). 1943
ITALY. Sicily. WWII. The German retreat pointed out by a sicilian to Theodore ROOSEVELT (Brigadier general figlio del Presidente americano). 1943

http://www.cefalunews.net/0_2014/news.asp?id=37640


 
 
 
 
 
 
http://www.cefalunews.net/0_2014/news.asp?id=37640


 
 
 
 
Si ringrazia per le indicazioni documentarie e iconografiche il Colonnello Mario Piraino, Storico Militare
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




















 

sabato 25 gennaio 2014

L’occupazione americana del 1943


porto di Termini Imerese (13 settembre 1943), caricamento delle forniture per rafforzare la 5ª Armata a Salerno

manovre nel porto di Termini Imerese effettuate il giorno 13 settembre 1943 a sostegno degli sbarchi a Salerno

manovre nel porto di Termini Imerese, effettuate il giorno 13 settembre 1943, a sostegno degli sbarchi a Salerno. Le truppe americane si preparano per rafforzare la 5ª Armata sulla terraferma italiana
http://www.gdmed.it/paginaNotizia.php?idNotiziaDaAprire=15983



Si ringrazia per le indicazioni documentarie e iconografiche il Colonnello Mario Piraino (Direttore della Biblioteca di Presidio del Comando Regione Militare Sud)
 
 
 
 
 
 

sabato 18 gennaio 2014

Un’iscrizione militare da salvaguardare nel bunker di contrada Marche a Termini Imerese


Giornale del Mediterraneo, 15 giugno 2013

La presenza a Termini Imerese e Trabia dei militari della 126a Compagnia Genio, 2° Battaglione Genio Zappatori” è dimostrata allo stato attuale delle ricerche, attraverso l’edificazione di tre “Postazioni Circolari Monoarma” (PCM). Poco si conosce del suddetto reparto, l’unica notizia sicura è che la 126a Compagnia Genio in data otto settembre 1943 era schierata in Sardegna. Ci piace qui ricordare che l’Arma del Genio vanta gloriose pagine di storia nelle vicende del nostro Esercito. 

Il primo Reggimento si costituì nel 1848 e, soprattutto durante la Prima Guerra Mondiale, nelle sue file sono state istituite un gran numero di specializzazioni. Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale, all’interno del Corpo si ebbe un progressivo ampliamento delle specialità. L’Arma del Genio il cui compito fu, e continua a essere, quello di realizzare infrastrutture e opere architettoniche in ausilio alle operazioni di combattimento. 

In realtà, il Genio sostiene le altre Unità militari, favorendo la mobilità attraverso una versatilità di azioni: costruire ponti, strade, ricoveri, compiere demolizioni, maneggiare gli esplosivi, eseguire sminamenti, realizzare varchi nelle recinzioni nemiche e sabotare gli impianti o le apparecchiature avversarie. Il Genio, quindi, a buon diritto è stato definito “essenziale in guerra” e “protagonista in pace”. 

L’Arma del Genio comprende attualmente le seguenti specialità: Genio Pionieri e fuori Corpo, Genio Pontieri, Genio Ferrovieri, Genio Guastatori e Guastatori paracadutisti (quest’ultimo nato nel corso della Seconda Guerra Mondiale). 

Oggigiorno, ogni Brigata dell’Esercito Italiano ha nella propria struttura organica un Reggimento Genio Guastatori. Tornando alle precitate postazioni militari, queste furono realizzate in calcestruzzo e pietra probabilmente verso la fine del 1942, in un contesto storico che vide le forze dell’Asse strenuamente impegnate nelle operazioni militari nella parte settentrionale di terra d’Africa. 

La condotta italiana nella “Campagna d’Africa” tuttavia si può riassume nella celebre iscrizione posta in un cippo, a centoundici chilometri da Alessandria d'Egitto e realizzata dai Bersaglieri del 7° Reggimento, il giorno 1 luglio 1942: “MANCO’ LA FORTUNA NON IL VALORE”. 

Le “Postazioni Circolari Monoarma”, situate nei territori dei Comuni di Termini Imerese e Trabia, hanno come segno distintivo (tranne quello in metallo, divelto per mano vandalica nel bunker di Contrada Marche a Termini Imerese) del noto fregio raffigurante le due asce incrociate, sormontate da una granata fiammeggiante con inciso il numero della Compagnia “126”. 

I distintivi con le “asce” e la granata, tipici dell’Arma del Genio, erano realizzate a rilievo in diverse varianti: in metallo, pietra o semplicemente dipinti con vernice sulla muratura. Solitamente questo distintivo era inserito all’entrata del bunker, prima dell’accesso alla camera di combattimento, a indicare gli esecutori materiali dell’opera architettonica. 

Le tre postazioni militari (di cui, due poste a Termini Imerese nelle Contrade “Marche” e “Molinelli”, e la terza in territorio trabiese, esattamente in Contrada Danigarci, quest’ultimo magnificamente mascherato), hanno in comune oltre al fregio anche lo stesso distintivo numerale. 

Il bunker termitano di Contrada Marche, inoltre, ha riservato una scoperta importante, un’iscrizione, purtroppo frammentaria. Invero la scritta si trovava sopra l’ingresso della PCM e fu asportata rovinosamente durante il maldestro tentativo da parte d’ignoti di introdurvisi, giacché l’accesso della postazione era del tutto interrato. Le parti superstiti dell’iscrizione mutila, furono raccolti e accuratamente custoditi, in attesa di un’adeguata sistemazione. 

I pezzi ritrovati e riordinati danno al momento la seguente lettura: 26.CLZM. 12.C. In realtà ci sarebbero diverse interpretazioni di codifica riguardo l’iscrizione rinvenuta. 

Alcuni valenti studiosi di storia militare ritengono che l’iscrizione, incluso l’acronimo CLZM, sia da interpretare nelle forme seguenti: 

<1>26°. CLZM (COMANDO LOGISTICO ZONA MILITARE) 12° C[ORPO] <…>, oppure <1>26° CLM (= 150) ZONA MILITARE 12° C[ORPO] <…> o invece <1>26° COMPAGNIA LAVORATORI ZAPPATORI MILITARIZZATI 12 C[ORPO] <…>, altrimenti <1>26° COMPAGNIA LAVORATORI ZAPPATORI ZONA MILITARE 12 C[ORPO] <…> 

In ogni modo, due le interpretazioni più attendibili, sinora formulate dallo studioso Gianpiero Vaccaro; il quale propone le seguenti interpretazioni alternative: «126° COMPAGNIA LAVORATORI ZAPPATORI MINATORI 12° RAGGRUPPAMENTO GENIO 12° CORPO [D’ARMATA PALERMO]»; ovvero «126° COMPAGNIA LAVORATORI ZONA MILITARE 12° RAGGRUPPAMENTO GENIO 12° CORPO [D’ARMATA PALERMO]» (quest’ultima è quella che si attaglia maggiormente al contesto siciliano).

L’area dove ricade il bunker di contrada Marche, nell’agro di Termini Imerese, merita, oltre alla valorizzazione del sito, comprensiva di un’accurata pulizia dagli arbusti e dai detriti di ogni sorta. Auspichiamo che la sistemazione dell’area possa riportare alla luce gli altri frammenti mancanti, disseminati dai saccheggiatori durante l’ignobile atto vandalico devastatore. 

Pertanto facciamo un accorato appello affinché l’Amministrazione Comunale, proprio in prossimità del 70° anniversario dello sbarco anglo-americano in Sicilia (1943-2013), possa farsi carico di questa improcrastinabile pulitura straordinaria del sito archeologico militare. 

Si ringrazia per le indicazioni documentarie il colonnello Mario Piraino (Direttore della Biblioteca di Presidio del Comando Regione Militare Sud); e per gli utili suggerimenti, lo studioso Gianpiero Vaccaro e il dott. Daniele Grioni “A.S.S.Fort. Sardegna” (Associazione Studi Storici Fortificazioni Sardegna).

Giuseppe Longo

Ph. Bunker di contrada Danigarci, Trabia (PA)


Iscrizione posta in origine nel bunker di contrada Marche, Termini Imerese (PA)

Bunker di contrada Marche, Termini Imerese (PA)

Bunker di contrada Molinelli, Termini Imerese (PA)



Fregio del bunker di Contrada Molinelli, Termini Imerese (PA)



Posto di Blocco Costiero (PBC) nei pressi del Castello Lanza a Trabia (PA)

La difesa delle coste siciliane durante la Seconda Guerra Mondiale

Bernard Law Montgomery (1887-1976) - Comandante delle truppe inglesi la “VIII armata” britannica, nello sbarco in Sicilia dell’agosto 1943, da Wikipedia
http://www.gdmed.it/paginaNotizia.php?idNotiziaDaAprire=14185

 
Alfredo Guzzoni (1877-1965)  - Comandante della VI armata in Sicilia nel giugno 1943, da Wikipedia
http://www.gdmed.it/paginaNotizia.php?idNotiziaDaAprire=14185

 
L'affondamento della nave americana Liberty Robert Rowan, colpita da un bombardiere tedesco durante lo sbarco a Gela l'11 luglio, da Wikipedia
http://www.gdmed.it/paginaNotizia.php?idNotiziaDaAprire=14185
 
Copertina della Domenica del Corriere Anno 45 n. 12 del 21 marzo 1943 XXI, collezione privata
http://www.gdmed.it/paginaNotizia.php?idNotiziaDaAprire=14185
 
George Smith Patton (1885-1945)  - Comandante della 7^ Armata statunitense nello sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943 -  Operazione Husky da Wikipedia
http://www.gdmed.it/paginaNotizia.php?idNotiziaDaAprire=14185